“Il voto ci restituisce un Paese diviso, ma soprattutto scontento e indignato verso la vecchia politica”. Queste le parole di Silvestre Bertolini, presidente di CIDA Manager e Alte professionalità per l’Italia, il soggetto che rappresenta unitariamente a livello istituzionale 800mila dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato.
“Serve che tutti gli eletti – sostiene – anche indipendentemente dai loro schieramenti di appartenenza, si assumano la responsabilità alla quale sono chiamati da chi gli ha votati e dal Paese tutto. Non servono inciuci e consorterie di ogni genere, serve coraggio, innovazione, sacrificio e saggezza avendo come primo e unico obiettivo il Paese e la necessità di rimetterlo in carreggiata”. “Si passi – dice Bertolini – subito dalla logica di battere e distruggere l’avversario a quella di lavorare per il Paese, si valuti come poter formare una coalizione che, come richiede una fase di straordinaria amministrazione, quale quella attuale, operi affrontando quelle situazioni che se non risolte e cambiate portano al fallimento. Un parlamento e governo di larghe intese, scopo o come vogliamo chiamarlo che prenda in mano la situazione facendo al meglio e nell’interesse del Paese quelle riforme ineludibili: legge elettorale, costi della politica e, perché no, alcune altre riforme volte a ridare subito slancio al Paese a livello economico e sociale per ridare speranza ai troppi senza lavoro, per ridare cittadinanza a competenze, merito e legalità”.
“Noi – chiude Bertolini – che nelle settimane scorse abbiamo incontrato oltre 150 candidati sull’intero territorio nazionale presentando e confrontandoci sul nostro programma, avevamo questo sentore di instabilità conclamata che sarebbe uscito dal voto. Ma abbiamo trovato anche ampia condivisione in tutti gli schieramenti di alcune riforme, come quelle sulla competitività, sul fisco, e sulla spesa pubblica”. “E soprattutto – conclude – convinciamoci che c’è del buono in tanti schieramenti e anche il Movimento 5 stelle, che è l’espressione del dissenso degli italiani, in democrazia deve essere rispettato e capito e ha pieno diritto e anche il dovere di dire la sua e collaborare in questo difficile momento”.