Il gruppo Benetton propone l’applicazione dei contratti di solidarietà a tutti i lavoratori, 375 unità tranne alcuni comparti, che comporterebbe una riduzione del tempo di lavoro fino al 40% per sei mesi, con possibilità di proroga. Netto il rifiuto dei sindacati, che respingono la possibilità di intesa per un “accordo così penalizzante”. È quanto emerso da un incontro avvenuto nel pomeriggio di ieri, 2 luglio, con i delegati aziendali e le rappresentanze sindacali interne (Rsu).
La richiesta aziendale arriva a fronte di un bilancio 2023 che fa registrare una perdita netta di 230 milioni (su quasi 1,1 miliardi di ricavi) e l’uscita dell’ad Massimo Renon conseguenti le accuse del cofondatore e presidente Luciano Benetton di essere responsabile della crisi che ha investito l’azienda.
L’opposizione di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil l deriva dal fatto che “nessun piano industriale è stato presentato” e la richiesta è di un’integrazione salariale al 100% per le eventuali giornate di solidarietà.
L’azienda ha quindi proposto l’ampliamento della platea di lavoratori che possono accedere a uscite incentivate, estendendola a dipendenti lontani più di 24 mesi dalla data del pensionamento.
Nel frattempo gli uffici delle sedi di Ponzano Veneto (Treviso) e Villorba (Treviso) rimarranno chiusi tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto.
e.m.