I settori lavaggio e freddo sono in crisi e l’attuale presenza di Beko Europe in Italia “sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa”. L’annuncio dell’azienda nata dall`acquisizione di Whirlpool Europa da parte dell’azienda turca Arçelik, attiva nella produzione e nel commercio di elettrodomestici, mette in allarme governo e sindacati, che si sono incontrati ieri a Palazzo Piacentini per un aggiornamento sulla situazione.
Durante l’incontro i vertici di Beko Europe hanno fatto il punto sullo stato produttivo degli impianti, sui trend di mercato e sulle sfide che stanno interessando il settore degli elettrodomestici, evidenziando un rallentamento della domanda in Europa e una maggior concorrenza da parte dei competitor extra UE. In particolare, all’origine di questa crisi ci sarebbe una riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell’utilizzo di meno del 40% della capacità installata negli stabilimenti italiani. A rischio, quindi, gli impianti di Comunanza (Ascoli Piceno), di Siena e di Cassinetta di Biandronno (Varese), mentre solo la filiera del cooking presente a Melano (Ancona) e in parte a Cassinetta risulta per l’azienda vantaggiosa dal punto di vista delle tecnologie e dell’innovazione del prodotto. Intenzione dell’azienda, infatti, è quella di volersi concentrare in Italia sul settore della cottura e di volervi allocare il centro di eccellenza del design. Lo stabilimento di Cassinetta conta 2.087 dipendenti – di cui 800 su frigo e forni a incasso e microonde -; a Siena i dipendenti interessati sono 300, mentre a Comunanza 332.
Ascoltate le parti, il ministro Urso e il sottosegretario Bergamotto hanno invitato l’azienda a presentare a breve un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, anche usando gli strumenti che il Governo e le Regioni mettono a disposizione, al fine di scongiurare la chiusura di stabilimenti e a gestire al meglio eventuali ridimensionamenti occupazionali e produttivi. Sulla base del piano industriale che verrà presentato dall`azienda, è stato convocato un nuovo incontro il 20 novembre per avviare un confronto con tutte le parti interessate.
Ma per i sindacati non è abbastanza e questo pomeriggio il coordinamento nazionale di Beko di Fim, Fiom, Uilm ha deciso di proclamare quattro ore di sciopero nazionale per opporsi “a qualsiasi ipotesi di chiusura o di licenziamento”. Lo sciopero dovrà essere articolato a livello territoriale il primo giorno utile, in base al calendario di lavoro, entro il 20 novembre.
“Abbiamo chiesto innanzitutto immediata chiarezza sulle intenzioni della multinazionale – hanno dichiarato in una nota congiunta i sindacati – e abbiamo offerto la nostra disponibilità a discutere solo a condizione che si escludano chiusure di stabilimenti e licenziamenti unilaterali. Al Governo abbiamo chiesto di impedire i licenziamenti e le chiusure e i ridimensionamenti degli stabilimenti, utilizzando ogni strumento a sua disposizione compresa la golden power che chiediamo di visionare, nonché di insediare finalmente un tavolo di settore che abbia l’obiettivo di restituire competitività ad un comparto che in mancanza di politiche industriali soccomberà sotto i colpi della concorrenza internazionale. Il Governo ha ribadito la volontà di esercitare la golden power, ma a nostro avviso lo ha fatto in modo assai generico che si presta ad interpretazioni differenti. Per questi motivi chiediamo a partire dal 20 novembre al Mimit di iniziare un confronto con Beko e con il Governo per varare un piano di rilancio e non di chiusura degli stabilimenti e delle funzioni.”
“Un incontro deludente e irrispettoso rispetto ai 5.000 dipendenti di Beko-Whirlpool Italia”, commenta il segretario nazionale della Fim-Cisl, Massimiliano Nobis. La preoccupazione, infatti, è rivolta al mantenimento dei livelli occupazionali e sui progetti di rilancio dei 5 siti presenti in Italia sui quali “nulla ci è stato riferito”.
“Come Fim visto quanto detto oggi dall’azienda al tavolo ministeriale, crediamo fondamentale che il governo applichi la Golden Power e nel prossimo incontro previsto per il 20 novembre l’azienda confermi l’impegno del mantenimento occupazionale sui siti italiani.”
Anche per Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, l’incontro è un nulla di fatto dal momento che le informazioni riferite circolano già da diversi giorni. “Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall’Italia, come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l’accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni e stabilimenti”.
L’imperativo è che il governo chiarisca in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti e per questo “è chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”. A fronte di ciò si preannuncia una mobilitazione: “Insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l’ennesima, inaccettabile dismissione industriale”.
Stessa linea per Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore degli elettrodomestici. “Siamo consapevoli dello stato di oggettiva difficoltà che attraversa l’industria dell’elettrodomestico in Italia e in Europa, ma chiediamo a Beko e al Governo di discutere un piano di rilancio. Siamo pronti ad affrontare anche temi difficili, purché però si scongiurino chiusure e licenziamenti”.
“Il Governo – conclude Ficco – ci aiuti a tutelare industria e lavoratori già a partire dal prossimo incontro che dovrebbe tenersi il 20 novembre, partecipando alla discussione sul piano industriale con Beko, esercitando la golden power in caso di necessità, ma anche insediando il tavolo di settore che chiediamo da tempo per restituire competitività alla nostra industria oggi sotto attacco di una agguerritissima concorrenza internazionale”.
e.m.