Patriotism is the last refuge of a scoundrel. La frase di Samuel Johnson fu scelta da Ernesto Rossi, quando scrisse i Padroni del vapore, come citazione introduttiva al capitolo “Il salvatore della Patria”. Lo scoundrel, il furfante, era Benito Mussolini. Il libro, insuperabile atto d’accusa contro gli industriali burattinai del fascismo, andrebbe letto in pubblico, insieme con il Manifesto di Ventotene, come antidoto al veleno sovranista. La prova che dietro un’apparente esaltazione della volontà popolare c’è sempre un disegno fortemente antidemocratico e finalizzato a favorire ignobili interessi economici e politici.
Stephen Bannon ha fondato The Movement, che proclama l’unione dei patrioti di tutto il mondo. Un’internazionale della destra nazionalista, xenofoba, suprematista. L’ideologo di Donald Trump, per il momento apparentemente allontanato dalla Casa Bianca, sta dedicando le sue energie alla conquista, o meglio la distruzione, dell’Unione Europea. Ha dichiarato guerra ed è diventato punto di riferimento per i populisti del vecchio continente ai quali promette idee, aiuto e impegno per vincere le elezioni del prossimo maggio. Da Marine Le Pen a Viktor Orban, dall’Olanda all’Austria passando per la Germania, suscita entusiasmi e alimenta paure. In Italia sperano in lui Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Per smontare le sue tesi, basterebbe dire che mettere assieme gli assatanati cultori di muri e confini è come puntare su un’associazione di inguaribili egoisti: prima o poi si scannano tra di loro. La storia insegna che il nazionalismo esacerbato genera solo dittature e conflitti. Ma tant’è. Il fatto è che un’Europa debole, umiliata, frantumata sarebbe un sogno per i progetti egemonici di Trump e di Putin. E per le multinazionali che proprio a Bruxelles hanno trovato l’unico vero argine al loro espansionismo sfrenato e senza scrupoli. Ecco i nuovi padroni del vapore, ecco l’attualità di Ernesto Rossi.
Perché i Cinque Stelle non lo capiscono e si prestano a fare gli strumenti ciechi di occhiuta rapina? Perché non contestano le idee e il ruolo di Bannon? Stanno zitti per non disturbare il loro alleato di governo? E’ una questione di mantenimento del potere, certo. Ma non solo. Nella loro cultura è ben radicato il concetto di Stato-Nazione. Non si spiegherebbe altrimenti l’attacco dell’improvvido Luigi Di Maio a organismi internazionali come l’Ocse. Lo stesso potrebbe avvenire con l’Onu, la Fao, l’Organizzazione mondiale della Sanità (tipo la storia dei vaccini). A casa nostra facciamo come ci pare, basta con i tecnici, gli scienziati, gli economisti e i burocrati non eletti dal popolo. Trionfa quel modello giacobino di rigido accentramento analizzato da uno studioso libertario come Alberto Cabella. Il quale ricordava questa frase scritta da Rousseau nell’Emile: “Tout patriote est dur aux étrangers: ils ne sont qu’hommes, ils ne sont rien à ses yeux”.
Gli stranieri non sono nulla. “Marciamo, marciamo/ che un sangue impuro/abbeveri i nostri solchi!”, minaccia la Marsigliese. Bannon e il Terrore. Un connubio malefico. Il richiamo alle masse e l’illusione palingenetica. Non ascoltiamo il canto delle sirene, ammonisce il Papa. Come Ulisse, leghiamoci all’albero della nave.