Questa mattina il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al termine del suo incarico al servizio di una istituzione ‘speciale’ che ‘ho servito con ruoli diversi per un cinquantennio’, ha presentato le sue ultime Considerazioni finali della consueta Relazione annuale, parlando a lungo dei tanti temi di attualità che toccano il nostro Paese. Innanzitutto il Pnrr, per il quale Visco sottolinea la possibilità di alcuni miglioramenti: “Nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna però tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo. Non c’è tempo da perdere”.
“Si discute di presunte insufficienze nel dibattito collettivo riguardo al suo disegno – aggiunge -, dell’orizzonte temporale limitato per il raggiungimento degli obiettivi, delle possibili carenze nella capacità di attuarne le misure, ma va sottolineato con forza che il Piano rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Anche per questa ragione oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”.
Per quanto riguarda il quadro economico del Paese, il presidente di Bankitalia parla di una previsione di crescita del Pil intorno all’1%. Secondo Visco, infatti, “nell’affrontare le conseguenze della guerra in Ucraina, così come nell’uscita dalla pandemia, l’economia italiana ha mostra una confortante capacità di reazione”, sottolineando quei “segnali incoraggianti che vanno rafforzati, superando quei ritardi che ancora impediscono alla nostra economia di dispiegare appieno le proprie potenzialità”. Quanto all’inflazione, “il ritorno su livelli in linea con l’obiettivo sarà più rapido e meno costoso se tutti – imprese, lavoratori e governi – contribuiranno a questo fine, rafforzando l’efficacia dell’indispensabile ancorché equilibrata normalizzazione monetaria”. Per la politica monetaria, secondo Visco “l’orientamento deve continuare a essere definito in modo da garantire un rientro progressivo, ma non lento dell’inflazione verso l’obiettivo”. E’ quindi importante “tenere la barra dritta della risposta monetaria, ma con la gradualità necessaria per l’incertezza ancora non dissipata”.
Il binomio lavoro a termine-precarietà è un altro tema caldo affrontato dal governatore della Banca d’Italia, riportando il dato secondo cui in Italia “la quota di giovani che dopo cinque anni si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%”. Ma non solo sono i giovani a soffrire di condizioni lavorative precarie o non regolari, poiché si rileva una crescita della quota del 30% dei lavoratori con retribuzioni annue particolarmente basse, sotto il 60% della media di 11.600 euro l’anno. Sempre in tema di lavoro, la questione del salario minimo: “Come negli altri principali paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”. Visco precisa che “troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”.
“Problemi come la riduzione del debito pubblico o l’adozione di stili di vita coerenti con la difesa dell’ambiente richiedono che la società li comprenda e faccia propri, non perché ce li chiede l’Europa ma perché ci schermano dai rischi e dischiudono opportunità”. Visco, quindi, sottolinea che è necessario immaginare il futuro “collettivamente. Spetta proprio ai più giovani, meno condizionati dal passato, immaginare quel mondo, individuarne le opportunità”. “Andranno ascoltati” è l’appello del Governatore.
e.m.