La Banca d`Italia ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica della penisola, salvo che su quest`anno per cui ora indica un più 3,3%, un decimale di punto più elevato rispetto a luglio. Sul 2023 ora l`istituzione di Via Nazionale prevede una crescita limitata allo 0,3%, un intero punto in meno rispetto alle stime diffuse a luglio, mentre sul 2024 prevede un più 1,4%, a fronte del +1,7% stimato a luglio.
Lo scenario previsionale di base, precisa la Banca d’Italia, presuppone che i flussi di gas dalla Russia verso il nostro paese rimangano sui livelli osservati negli ultimi mesi e che i prezzi delle materie prime siano coerenti con quelli desumibili dai recenti contratti futures. Gli scenari, poi, tengono conto delle misure inserite nella legge di bilancio per il 2022, di quelle adottate a partire dall`inizio dell`anno per contrastare gli effetti del rincaro dell`energia e dell`utilizzo dei fondi europei nell`ambito del programma Next Generation EU sulla base delle informazioni aggiornate relative al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Nello scenario di base il prezzo del petrolio si colloca a circa 103 dollari al barile nella media del 2022, a poco meno di 80 dollari nel 2023 e a 74 dollari nel 2024; il prezzo del gas naturale è pari in media a 150 euro per megawattora nel 2022, a quasi 190 euro nel 2023 e a poco meno di 120 euro nel 2024.
Secondo Bankitalia, a una contrazione del prodotto nella seconda metà del 2022 seguirebbe una modesta ripresa dal secondo trimestre del 2023, che si rafforzerebbe gradualmente in seguito.
La debolezza dell`attività nei prossimi trimestri rifletterebbe principalmente quella dei consumi delle famiglie e degli investimenti delle imprese in macchinari e attrezzature, si legge, che risentono dell`impatto dell`elevata inflazione sul reddito disponibile, della maggiore incertezza e dell`aumento dei costi di finanziamento. Vi inciderebbe inoltre il rallentamento degli scambi internazionali.
I consumi delle famiglie si contrarrebbero nella prima metà del 2023, prosegue Bankitalia, risentendo dell`impatto della forte crescita dei prezzi sul reddito disponibile, per poi tornare ad aumentare nella parte restante dell`anno, grazie alla graduale discesa dell`inflazione e dell`incertezza; ne risulterebbe nella media del 2023 una flessione dello 0,4 per cento.
Intanto nel mercato del lavoro il numero di ore lavorate aumenterebbe in media nel biennio 2023-2024 a ritmi di poco inferiori a quelli del prodotto; il numero di occupati crescerebbe in misura più contenuta, secondo lo studio, riflettendo il graduale recupero del margine intensivo di utilizzo. Il tasso di disoccupazione salirebbe leggermente dall`8,1 per cento nella media di quest`anno all`8,3 nel prossimo biennio.
“Le prospettive delineate nello scenario di base sono circondate da incertezza molto elevata, derivante principalmente dall`evoluzione della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze su prezzi e disponibilità delle materie prime”, avverte Bankitalia. L`aggiornamento è stato elaborato sulla base delle informazioni disponibili al 30 settembre per la formulazione delle ipotesi tecniche e all`11 ottobre per i dati congiunturali.
La Banca d`Italia ha, inoltre, energicamente rivisto al rialzo le previsioni di inflazione nella Penisola. Ora si attende una crescita dei prezzi al consumo dell`8,5% sulla media di quest`anno, un lieve calmieramento al 6,5% per l`inflazione del 2023 e una attenuazione più marcata al 2,3% nel 2024. Nelle previsioni del luglio scorso Bankitalia stimava inflazione al 7,8% quest`anno, 4% il prossimo e al 2% nel 2024.
tn