L’economia italiana continuerà a crescere, con il Pil in aumento di circa l’1% fino al 2019. Lo afferma la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui “le proiezioni indicano che in media il Pil dovrebbe essere aumentato dello 0,9% nel 2016 (su dati corretti per il numero di giornate lavorative)”, e dovrebbe crescere “intorno allo 0,9% anche nell’anno in corso e all’1,1% sia nel 2018 sia nel 2019”.
Ad alimentare la crescita sarà soprattutto la domanda interna e il rafforzamento di quella estera, anche se il livello del Pil sarebbe inferiore di quattro punti percentuali rispetto al 2007. Per proseguire sulla strada della crescita – sottolinea l’istituto di Via Nazionale – sarà fondamentale proseguire nel solco delle riforme.
Dati non confortanti arrivano dal versante dell’occupazione, con la disoccupazione che si manterrà sul livelli alti, anche se è destinata a scendere gradualmente. Per quest’anno le stime di Bankitalia prevedono una disoccupazione dell’11,6%, come nel 2016, che poi si attenuerà nei prossimi due anni, arrivando all’11,3 nel 2018 per scendere poi sotto il muro dell’11% solo nel 2019 (10,9%).
Frenano inoltre consumi delle famiglie, che seguiranno lo stesso ritmo di quello del Pil: +0,9% nel 2017, rispetto al 1,4% dell’anno scorso, frenando ancora a +0,8% nel 2018 e nel 2019. I motivi di questo rallentamento sarebbero da attribuire ai recenti aumenti dei prezzi delle materie prime nel settore energetico, influenzo sulla capacità di spesa delle famiglie. Il tasso di risparmio tenderebbe a salire, mostrando il consueto andamento prociclico.
Altro elemento legato ai rincari petroliferi sarà l’aumento dell’inflazione. Bankitlia certifica un rialzo dell’inflazione pari all’1,3% (rispetto al -0,1% del 2016) per quest’anno e il prossimo, e dell’1,5% per il 2019. A frenare questo andamento potrebbe concorrere la moderazione nelle dinamiche salariali, che potrebbero frenare la risalita dei prezzi.
Nel settore privato – prosegue il bollettino economico di Bankitalia – continuerebbero ad espandersi in modo moderato i profitti. Alla fine del 2019 si potrebbe aver recuperato poco più della metà persa con il crollo economico tra il 2008 e il 2012.