Baker Hughes, multinazionale statunitense specializzata in tecnologia al servizio dell’energia, ha annunciato in un comunicato di interrompere l’investimento di oltre 60 milioni, con un impatto occupazionale di oltre 200 lavoratori, per la costruzione di un sito industriale nel porto di Corigliano Rossano (Cosenza) e “di avere formalmente provveduto a presentare all’Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la rinuncia al rilascio della concessione”.
“L’incertezza legata ai tempi di sviluppo – spiega la società -, rallentati da un ricorso dell’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, e quindi il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un’unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina, sono alla base di questa difficile ma purtroppo inevitabile decisione”, assunta “con grande rammarico, nonostante le risorse impiegate e il grande impegno dedicato nel corso dell’ultimo anno e mezzo al confronto e all’ascolto degli attori del territorio: istituzioni, parti sociali e società civile. A fronte di questa mancata espansione in Calabria, e per poter rispondere alle esigenze dei clienti nei tempi appropriati, Baker Hughes sta valutando soluzioni interne di medio termine per garantire la continuità del proprio business”.
“L’azienda – si precisa nella nota – conferma gli investimenti annunciati nel proprio stabilimento di Vibo Valentia, che consentiranno di potenziarne la capacità produttiva e realizzare nuove infrastrutture, a testimonianza del ruolo della Calabria nelle strategie aziendali e nella filiera globale di Baker Hughes”.
Un annuncio che per la Fim-Cisl nazionale “rappresenta un fallimento per l’intero Paese. Non possiamo permetterci di farci scappare investimenti di questa portata, soprattutto in una realtà con forti difficoltà industriali e un alto tasso di disoccupazione come quella della Calabria”. Per il sindacato dei metalmeccanici della Fim, “è necessario un intervento urgente per cercare di recuperare una situazione che rischia di avere ripercussioni ancor più pesanti nel rapporto con la multinazionale americana”.
La criticità, “incomprensibile e inaccettabile” è individuata nella “opposizione esercitata a livello delle istituzioni locali su questo importante progetto industriale. In questi mesi, come Fim Cisl, ci siamo battuti in tutti i modi per superare questi ostacoli che, come più volte abbiamo denunciato, mettevano a rischio un investimento così importante per la Calabria e il Sud Italia”.
La richiesta, quindi, è di un intervento immediato del ministro dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del Presidente del Consiglio sui vertici della multinazionale “per fornire tutte le garanzie possibili e necessari per l’attuazione di questo importante investimento industriale che non possiamo assolutamente permetterci di perdere”.
e.m.