“L’Italia – aggiunge – è l’unico Paese in cui, dietro al termine concorrenza, si mascherano operazioni di esternalizzazione e/o cambio appalto che come unico effetto hanno quello di incidere sul salario dei lavoratori e sui loro diritti . In questo modo si usa la concorrenza e la libertà d’impresa per mascherare operazioni in cui si lasciano a casa lavoratori o li si continua a far lavorare con meno diritti e meno salario. Solo in Italia si riscontra una deresponsabilizzazione sociale delle imprese così marcata.”
“Gli imprenditori italiani di Tlc dovrebbero chiedersi come mai – conclude il sindacalista – in Europa i loro competitor non sono costretti a tagliare sul costo del lavoro, nonostante il costo del lavoro sia più alto, e come mai le attività strategiche vengano gestite utilizzando al meglio i propri dipendenti. Forse, in Europa la concorrenza si ricerca sulla qualità dei servizi resi e sulla capacità di fare efficienza, obiettivi non sempre perseguiti dalle imprese italiane che utilizzano la scorciatoia di comprimere salari e diritti dei lavoratori oppure passano gran parte del loro tempo nei tribunali italiani a scontrarsi tra di loro.” (LF)
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