E` durato quasi sette ore il nuovo incontro fra il pool di magistrati che indaga sul disastro ambientale causato dall`Ilva, i carabinieri del Noe e l`ingegnere Barbara Valenzano, coordinatore dei tecnici posti dal gip Todisco a custodia degli impianti dell`area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto, sequestrati lo scorso 26 luglio.
“Noi andiamo avanti per la nostra strada” ha dichiarato uscendo dal tribunale il procuratore capo Franco Sebastio. L`incontro s`è reso necessario per stabilire le procedure tecniche per proseguire nell`attività di spegnimento degli impianti considerati dalla magistratura pericolosi per l`ambiente e per la salute dei cittadini e degli operai. Nei giorni scorsi, in più occasioni, i custodi giudiziari hanno ripetutamente chiesto al presidente dell`Ilva Bruno Ferrante, nominato dal Riesame custode amministrativo, di redigere un piano di gestione del personale per utilizzare gli operai dell`acciaieria anche per le operazioni di fermata e risanamento degli impianti sequestrati. Dopo che sabato scorso la procura ha intimato un ultimatum all`Ilva, imponendo di avviare le operazioni di spegnimento entro cinque giorni, ieri (9 ottobre) Ferrante ha diffuso un ordine di servizio col quale si mette a disposizione dei custodi l`intero personale dello stabilimento ed anche i tecnici della Paul Wurth, azienda leader nel settore siderurgico che per Ilva sta studiando diverse soluzioni in merito allo spegnimento e rifacimento degli impianti sequestrati.
Nello stesso ordine di servizio, Ferrante ha garantito da parte di Ilva l`impegno di spesa per le attività coordinate dai custodi tecnici. I primi impianti ad essere fermati saranno l`altoforno 1 (il cui spegnimento era già nei programmi di Ilva) e le batterie 5 e 6 del reparto cokerie.
Sull`altoforno 5, il più grande d`Europa, probabilmente procura ed azienda hanno intenzioni differenti. Se l`Ilva infatti, secondo quanto dichiarato alla stampa dal direttore dello stabilimento Adolfo Buffo, intende iniziare a spegnere l`altoforno 5 nel luglio del 2015 (il solo studio impiega 36 mesi), la procura sembra intenzionata ad avviare autonomamente uno studio per valutare la possibilità di anticipare lo spegnimento rispetto alla data prospettata dall`Ilva.
In mattinata Ferrante ha incontrato i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, per confermare lo spirito collaborativo con l`autorità giudiziaria e rassicurare che non ci saranno ripercussioni sul profilo sindacale con la chiusura dell`Altoforno 1. Non ci saranno esuberi nel personale, i 942 operai dell`altoforno 1 verranno ricollocati in altri impianti o utilizzati per lo spegnimento ed il risanamento dell`impianto.
Domani, infine, ultima riunione operativa del gruppo istruttore al quale è affidata la revisione dell’Aia concessa dal ministero per l`Ambiente all’Ilva. Il testo sarà sottoposto alla conferenza dei servizi con gli enti locali ed alla firma del ministro Clini il 17 ottobre.