I lavoratori del settore della componentistica della filiera non metalmeccanica dell’automotive scendono in piazza per lo sciopero di 8 ore proclamato da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil. La mobilitazione, come quella dello scorso 18 ottobre promossa dai metalmeccanici, è stata decisa per denunciare la “profonda crisi” che sta colpendo il settore dell`automotive.
I 45mila addetti del comparto vivono “una situazione difficile e grave”, dicono i sindacati, con redditi bassi a causa dell’utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali, che in molte aziende sono ormai in via di esaurimento. A Roma, in piazza Santi Apostoli, è in programma una manifestazione nazionale cui partecipano i leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, e la segretaria generale aggiunta della Cisl, Daniela Fumarola.
“C’è una crisi grandissima di tutto il settore dell’automotive, che è strategico. Chiediamo da tempo, inascoltati, che la presidenza del consiglio convochi un tavolo non solo con Stellantis, ma con tutta la componentistica, che non è solo metalmeccanica, per poter avere un piano industriale serio e politiche industriali serie perché il settore industriale manifatturiero è a rischio”. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione.
“C’è bisogno che questa discussione sulla transizione in corso venga fatta con il coinvolgimento dei lavoratori – ha aggiunto – questa cosa non sta avvenendo e noi non possiamo più aspettare. È necessario che il futuro industriale e manifatturiero del Paese diventi una questione nazionale, non lasciata al mercato o alle singole imprese. Non è un tema solo italiano, ma anche europeo. Il messaggio che mandiamo è che bisogna mettere in discussione la politica di austerità perché c’è bisogno di arrivare a piani europei seri, che mettano sul campo fondi per poter fare investimenti pubblici e privati per affrontare questo passaggio, evitare i licenziamenti e che il prezzo venga pagato dai lavoratori”.