I 60 lavoratori beneventani della Hanon Systems Italia, azienda coreana che opera nel settore dell’automotive, da lunedì 10 febbraio sono in presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento dopo che l’azienda ne ha annunciato la chiusura entro il mense di maggio. “L’ennesima vertenza che apriamo a causa della transizione del settore automotive”, dichiara il coordinatore nazionale automotive della Fim-Cisl, Stefano Boschini.
La notizia, spiega il sindacalista, “arriva dopo due anni di confronto tra RSU e l’azienda in cui chiedevamo di avviare investimenti per una diversificazione dell’attività produttiva vista la situazione di crisi del settore automotive”. Ma nonostante ciò, “l’azienda ha sempre mostrato una scarsa volontà ad investire per affrontare seriamente la diversificazione produttiva legata alla transizione tecnologica e green del settore”.
“Quella della Henon Systems è una scelta che in nessun modo possiamo accettare, ancor di più in un territorio come quello del Sannio in cui ogni posto di lavoro rappresenta un presidio di tenuta economica e sociale del territorio”, denuncia Boschini. “Congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali e alla RSU abbiamo chiesto alla politica locale e regionale di sostenere questa vertenza e al Governo di farsi parte attiva per tutelare tutti i lavoratori di questa azienda facendo tornare sui propri passi l’azienda. Per quanto ci riguarda – conclude -, porteremo avanti tutte le azioni di lotta necessarie per contrastare questa scellerata scelta dell’azienda di chiudere un sito così importante per la comunità del Sannio.
Per Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil, e Ciro D’Alessio, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, la chiusura della Hanon System “rappresenta l’ennesima tragedia annunciata”, alla cui base ci sono “i mancati investimenti da parte della proprietà e le mancate politiche di riconversione verso nuove tecnologie in materia di transizione energetica”.
“Occorre che l’azienda ritorni immediatamente sui propri passi rispetto alla chiusura e avvii un percorso con le Organizzazioni sindacali che preveda, oltre all’utilizzo degli ammortizzatori sociali utili per gestire le difficoltà della fase, un piano di investimenti volti al rilancio del sito beneventano.”