Sugli incentivi per le auto elettriche in Italia “abbiamo fatto un piano straordinario che ammonta a quasi un miliardo di euro. Lo abbiamo presentato, com’è giusto che sia, a tutte le forze rappresentative del settore all’industria dell’automotive, all’azienda Stellantis, ai sindacati, e ai presidenti delle regioni su cui insistono gli stabilimenti di Stellantis. E quel piano straordinario per le risorse di quasi un miliardo sarà attuato tra breve, è alla concertazione degli altri ministeri”.
Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rispondendo ai giornalisti davanti all’ingresso della Commissione europea a Bruxelles, dove sono previsti diversi incontri, in particolare con la vicepresidente esecutiva alla Concorrenza, Margrethe Vestager, e con il Commissario all’Industria e al Mercato unico, Thierry Breton.
Il Piano, ha spiegato il ministro, “prevede tre direzioni molto chiare molto semplici: la prima è quella di incentivare la rottamazione delle auto più inquinanti”, quelle di categoria “Euro 0, 1, 2, 3”, perché “noi abbiamo ancora il parco auto più inquinante d’Europa, non ce lo possiamo permettere”.
“La seconda direttrice – ha continuato – è quella di incentivare, di supportare soprattutto le famiglie che ne hanno più bisogno, quelle che hanno il reddito più basso; e la terza direttrice è quella di incentivare in qualche misura i prodotti, le auto che sono realizzate nel nostro paese”.
Insomma, “sostenibilità ambientale, incentivi alla rottamazione delle auto più inquinanti, sostenibilità sociale e incentivi in misura maggiore per coloro che hanno redditi più bassi, affinché anch’essi possano aspirare ad avere un’auto elettrica. Nel combinato disposto tra rottamare un’auto inquinante e acquistare un’auto elettrica, una famiglia con reddito medio basso – ha precisato Urso – può giungere ad avere un’incentivazione pari a 13.750 euro”.
E poi si tratta, ha aggiunto il ministro, di incentivare la produzione in Italia. “A questo piano noi ci aspettiamo che corrisponda un aumento della produzione, nel nostro paese perché se ciò non avvenisse è chiaro che non possiamo destinare le risorse dei cittadini italiani a incentivare macchine prodotte all’estero e importate in Italia. È chiaro che non è più possibile. E quindi quest’anno, lo abbiamo già detto e abbiamo trovato il conforto delle forze sociali e produttive: dal prossimo anno gli incentivi non saranno più diretti al consumo ma alla produzione, cioè a incentivare chi voglia produrre nel nostro paese, sia auto che componentistica”. Gli incentivi, quindi, saranno destinati “a sostenere l’industria e l’indotto dell’automotive, che è un orgoglio del Paese”.
Si tratta di un piano straordinario, “e infatti tutte le forze sociali e produttive, sindacati, regioni, le associazioni che rappresentano l’industria dell’indotto lo giudicano importante, e ci aspettiamo che ci sia una corrispettiva risposta”.
“Ove ciò non accadesse – ha contunuato Urso -, dal prossimo anno ci sono altre risorse nel Fondo Automotive. Credo che le risorse che rimangono siano pari a 5 miliardi e 300 milioni, per gli anni successivi, non tutti in un anno ovviamente. Negli anni successivi questo fondo lo destineremo anch’esso eventualmente a sopportare gli investimenti produttivi”.
“Siamo consapevoli – ha rilevato ancora il ministro – che in tutti i paesi europei vi sono più case automobilistiche, e per questo riescono a soddisfare le mutevoli condizioni del mercato interno, perché vi sono più case e quindi più modelli che sono a disposizione del consumatore. L’Italia è l’unico paese produttore di auto che ha un’unica casa automobilistica”.
E.G.