Di male in peggio. Stiamo parlando di Stellantis e, in particolare, dell’andamento della sua attività produttiva nel nostro Paese. Ormai, sono mesi che i sindacati lanciano continui allarmi su una tendenza negativa che, dopo la relativa ripresa verificatasi nel 2023, si è via, via aggravata a partire dall’inizio di quest’anno. In particolare, ci riferiamo ai report trimestrali che la Fim, il sindacato metalmeccanici della Cisl, dedica da qualche tempo a quello che è ormai diventato l’unico grande gruppo automobilistico presente in Italia. E al crescendo di intensità della crisi segnalato dalle parole scelte per parlare di tale crisi nei vari rapporti usciti quest’anno.
Nell’aprile scorso, il Segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, parlò di una “flessione significativa”. Infatti, confrontando i dati della produzione di veicoli realizzata negli stabilimenti italiani di Stellantis nel primo trimestre 2024, con quelli dell’analogo periodo del 2023, ci si trovava davanti a un calo pari a un -9,8%. Ancora nulla di drammatico, come cifra totale. Ciò che però colpiva in quel momento chi scorreva la ricerca erano due fatti. Primo, l’inversione della tendenza positiva verificatasi nel 2023. Secondo: il coinvolgimento nella tendenza negativa di quasi tutti gli stabilimenti (anche se, ancora, non tutti).
In luglio, nuovo report. Qui il periodo considerato si era ampliato. Il nuovo confronto riguardava l’intero primo semestre 2024, paragonato allo stesso periodo del 2023. Ebbene, presentando il rapporto, Uliano parlò di un “forte calo”. Infatti, ci si trovava adesso a un arretramento produttivo più che raddoppiato, ovvero pari a un -25,2%.
Mercoledì scorso, terzo report Fim del 2024. Un’indagine relativa all’insieme dei primi nove mesi dell’anno in corso. E questa volta Uliano, nella conferenza stampa di presentazione della ricerca, ha usato l’espressione “profondo rosso”. Un’espressione indubbiamente pesante, ma giustificata da tre fatti.
Primo punto: le dimensioni del calo produttivo sono ulteriormente cresciute, arrivando a toccare un impressionante -31,7%. Secondo punto: la Fim scrive che “per la prima volta, tutti gli stabilimenti sono in negativo”. Ciò implica che, terzo punto, per la prima volta sia in calo non solo la produzione di autovetture, ma anche quella dei “veicoli commerciali”.
Questo terzo punto, in particolare, va sottolineato. Infatti, quando si pensa a Stellantis – ex Fca, ex Fiat -, il primo stabilimento che viene in mente è, ovviamente, Mirafiori. Un nome cui, poi, si aggiungono quelli di Cassino, Pomigliano e Melfi, seguiti – via, via – da altri nomi relativamente minori.
Tolti gli addetti ai lavori, a pochi viene in mente lo stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, quello dedicato, appunto, alla produzione di furgoni. Uno stabilimento, questo, cui i mezzi di informazione, storicamente, hanno dedicato minore attenzione, ma che invece ha dato grandi soddisfazioni al gruppo in cui si è trovato inserito. Infatti, anche di fronte alle ricorrenti e diversificate difficoltà incontrate dall’industria dell’auto negli anni più recenti, i dati produttivi relativi allo stabilimento di Atessa erano sempre positivi. Adesso, per la prima volta, si è verificato un calo anche in questo sub-settore: alla fine del terzo trimestre 2024, la produzione dei veicoli commerciali ha registrato un -10,2%.
In sostanza, il -31,7% toccato in totale nel nostro Paese per ciò che riguarda la produzione di veicoli Stellantis alla fine del 3° trimestre, è il risultato di due dati abbastanza diversi fra loro. Il -40,7% relativo alle auto è, per così dire, temperato dal -10,2% relativo ai furgoni.
Nella conferenza stampa di mercoledì 2 ottobre, a questi dati relativi ai risultati produttivi, Uliano ne ha aggiunto un altro relativo all’occupazione. Nel 2025, ha detto Uliano, tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis, tranne Pomigliano e Atessa, esauriranno le loro possibilità di usufruire degli ammortizzatori sociali. Ammortizzatori cui, aggiungiamo noi, il gruppo guidato da Carlo Tavares sta facendo reiteratamente e abbondantemente ricorso, e non solo a Mirafiori.
Il Segretario generale della Fim ha quindi evocato il prospettarsi di un rischio licenziamenti relativo a ciò che potrebbe accadere l’anno prossimo.
Di fronte al silenzio dell’Azienda, e all’inazione del Governo, l’appuntamento lanciato dalla Fim, assieme a Fiom-Cgil e Uilm-Uil, è quello per lo sciopero generale del Gruppo Stellantis, proclamato per il prossimo venerdì 18 ottobre. Sciopero con manifestazione nazionale a Roma per “dare una svegliata” al Governo e non solo.
@Fernando_Liuzzi