Negli ultimi tre anni il numero di occupati, a livello generale, ha subito nel caso degli italiani una riduzione costante pari a 1,6 punti percentuali nel 2010 e a 0,4 punti nel 2011. E’ invece nettamente difforme la variazione tendenziale osservata nel caso dei cittadini stranieri. Per la componente Ue si registrano un +16,3% nel 2010 e un +6,1% nel 2011. Nel caso degli extracomunitari l`andamento è ugualmente positivo, ma con dinamica crescente, passando da +6,6% del 2010 a +9,2% del 2011. E’ quanti rileva il rapporto sul mercato del lavoro degli immigrati presentato al ministero del Welfare.La componente straniera è stata dunque fondamentale nel contenere la contrazione dell`occupazione complessiva. Tra gli immigrati cresce tuttavia anche la disoccupazione. I cittadini stranieri in cerca di occupazione, nella media nel 2011, sono circa 300mila (99mila comunitari e 211mila extracomunitari). Nel 2009 i disoccupati stranieri erano rispettivamente 75mila tra gli stranieri di origine Ue e 165mila tra i lavoratori extracomunitari.
Il report sottolinea che l`aumento della disoccupazione, concomitante con la crescita dell`occupazione, dipende dal fatto che oltre alla quota rilevante di stranieri che hanno perso il lavoro, cresce la quota di popolazione attiva straniera che cerca lavoro composta da persone regolarmente residenti per ricongiungimenti familiari o appartenenti alle seconde generazioni.
Il quadro descritto mostra che l`offerta di lavoro garantita dagli immigrati già presenti in Italia è più che sufficiente a soddisfare una domanda di lavoro che nei prossimi anni si prevede ancora debole.
Tra gli occupati dipendenti stranieri risultano più contratti standard. Nel 2011 ci sono in Italia 17 milioni e 240mila occupati dipendenti, di cui quasi 15 milioni con rapporti di lavoro a carattere permanente e 2 milioni e 300mila a carattere temporaneo, cui si aggiungono 5,7 milioni di lavoratori indipendenti. Tra i lavoratori dipendenti 15,3 milioni sono italiani, 655mila sono di nazionalità Ue e 1,3 milioni circa sono stranieri di provenienza extra Ue.Il dato più significativo riguarda la percentuale di lavoratori con contratti di lavoro permanenti che risulta significativamente maggiore tra i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani.
Nello specifico i dipendenti a carattere permanente sono il 64% tra gli italiani, il 72,4% trai cittadini stranieri di cittadinanza Ue e il 73% tra quelli di provenienza extra Ue.
Inoltre, gli stranieri Ue fanno registrare un`incidenza maggiore degli occupati temporanei sul totale (16,1%) rispetto al corrispondente valore riguardante gli stranieri extra Ue (12,8%) e gli italiani (9,6%). Per altro, va segnalato che sul totale delle unità di lavoro irregolari solo il 12% è attribuibile a lavoratori stranieri non residenti. La maggiore diffusione dei contratti a tempo indeterminato tra i lavoratori stranieri rispetto a quelli italiani sembra essere confermata anche dalle analisi delle comunicazioni obbligatorie. Nel 2011, infatti, i rapporti di lavoro avviati sono nel 18% dei casi contratti a tempo indeterminato. Tra i lavoratori stranieri di provenienza Ue la quota di contratti a tempo indeterminato è pari al 22% del totale e tra i lavoratori extracomunitari sale al 39%. La differenza è ancora più marcata se si considera la distribuzione dei rapporti di lavoro per genere. Se in media i rapporti di lavoro sottoscritti dalle donne sono nel 17% dei casi a tempo indeterminato, per le donne straniere la percentuale sale al 29% e tra le donne extracomunitarie al 48%. L`analisi della disaggregazione delle assunzioni registrate nel 2011 per settore di attività economica pone in evidenza come il comparto che presenta la quota più alta di attivazioni che hanno riguardato lavoratori stranieri sia l`agricoltura (32,3% del totale), cui seguono costruzioni (27,9%), industria in senso stretto (20,8%) e servizi (16,1%). Focalizzando però l`attenzione sui soli cittadini extracomunitari si evince una maggiore numerosità di assunzioni nel settore servizi che raccoglie più del 60% del totale. “Il focus del rapporto è una disanima accurata del mercato del lavoro degli immigrati, della sua evoluzione e delle sue prospettive”. Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, nel corso della presentazione del report.
“Il rapporto ha una duplice finalità – ha proseguito – conoscere per informare l`opinione pubblica, gli operatori e le altre istituzioni, ponendo fine all`assenza di una informazione sistematica, di carattere istituzionale; e conoscere per decidere, per orientare l`intervento del ministero nei campi che sono di sua prioritaria competenza. Solo una lettura attenta dei fenomeni su cui si deve intervenire permette di programmare in modo consapevole le politiche che si intende intraprendere. E soprattutto di capire la necessità in cui ci troviamo, di mettere a punto strumenti di intervento nuovi, adatti alla situazione, anch`essa nuova, che si sta determinando”.
Fornero ha aggiunto che “il rapporto mette in evidenza come sia ormai sbagliato continuare ad affrontare il tema del lavoro degli stranieri in termini di carenza di offerta di manodopera. Come sta avvenendo anche nel mercato dei lavoratori non stranieri, il problema sta diventando quello di una carenza di domanda, a fronte di un`offerta in crescita spontanea, che richiede un`attenta modulazione di interventi anche su segmenti selezionati e qualificati del mercato del lavoro”.
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