Inizia l’anno in miglioramento l’attività economica dell’area euro, che pur restando su valori recessivi a gennaio ha segnato il terzo mese consecutivo di rafforzamento, risalendo ai livelli meno deboli da 10 mesi.
Questo il quadro fornito dall’indice tra i responsabili degli approvvigionamenti, diffuso dalla società di ricerche Makit Economics. Il Purchasing manager index (Pmi) relativo all’insieme delle imprese di terziario e manifatturiero si è attestato a 48,2 punti, dai 47,2 punti di dicembre.
Un progresso superiore alle attese degli analisti, e che secondo l’indagine ha coinvolto sia il comparto manifatturiero che i servizi.
Il quadro di generalizzata attenuazione della crisi riguarda però un’area euro che resta molto frammentanta, avverte Markit, e nella quale a migliorare veramente è soprattutto la Germania.
Inoltre il tasso dei tagli occupazionali ha raggiunto i livelli più alti da novembre 2009, e risulta in aumento sia nel settore terziario che nel manifatturiero.
Se in Germania il quadro migliora, in Francia, seconda maggiore economia dell’area euro la produzione ha segnato un notevole calo, rileva Markit. E al di fuori di questi due paesi il tasso medio di contrazione dell’attività resta forte, anche se rallenta per il quarto mese consecutivo fino a toccare il valore più debole dallo scorso marzo. Ad ogni modo anche il tasso di calo dei nuovi ordini nell’eurozona è diminuito a gennaio; le aziende hanno riscontrato la contrazione più debole in 11 mesi.
I tassi di calo sono diminuiti sia nel manifatturiero che nel terziario, ai tassi più deboli rispettivamente su 11 e 10 mesi.
Inoltre i manifatturieri hanno riportato il calo minore su un anno e mezzo degli ordini destinati al mercato estero. Il calo più lento dei nuovi ordini ha generato una riduzione delle commesse inevase al tasso più lento dallo scorso marzo, ma le aziende continuano ad effettuare tagli occupazionali per il tredicesimo mese consecutivo.
Secondo il capo economista di markit, Chris Williamson, citato in un comunicato “è probabile che i dati ufficiali confermeranno come la regione si è contratta ad un tasso più marcato nell`ultimo trimestre dello scorso anno, ma da allora le prospettive sono migliorate. Anche gli indicatori che anticipano le variazioni future, come il livello di fiducia e il rapporto tra i nuovi ordini e le giacenze, suggeriscono come il tasso di declino continuerà a rallentare nei prossimi mesi”.
“Un ritorno alla crescita sembra non del tutto improbabile durante la prima metà del 2013. Persistono tuttavia segnali di debolezza – ha aggiunto Williamson – visto che le aziende tagliano sul personale ad un tasso più rapido. E questo riflette la necessità di mantenere i costi quanto più bassi possibile. I trend restano comunque piuttosto divergenti all`interno dell`eurozona, creando quindi tensioni per coloro che decidono sulle politiche economiche”. (LF)