Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha chiesto ai cittadini e ai dipendenti Atac “di sostenerci con forza nel nostro obiettivo di mantenere Atac pubblica e rilanciarla”. E invita i sindacati “a costruire insieme una normalità che manca da troppo tempo. Trasformiamo insieme la nostra società – prosegue la Raggi aprendo l’Assemblea straordinaria su Atac – in un organismo sano, efficiente e moderno insieme alla vostra esperienza, forza e coraggio per disinnescare allarmismi e strumentalizzazioni”.
“Cedere Atac ai privati – sottolinea il sindaco – vorrebbe dire consegnare il trasporto pubblico a logiche di profitto con la creazione di linee di serie a e serie b, con tratte centrali remunerative e altre periferiche dimenticate. Nessuno potrebbe escludere – prosegue Raggi – l’aumento del biglietto per aumentare i ricavi e risanare l’azienda e che il taglio dei costi possa ripercuotersi sugli stipendi dei dipendenti e sulla qualità generale del servizio. Questo perché il privato deve puntare al lucro, che si può fare in tanti modi, compresa la pelle della gente. Questo non possiamo e non vogliamo permetterlo, nell’interesse dei cittadini.”
La soluzione, per il sindaco della Capitale, è un percorso di rinnovamento totale dell’azienda “che passa attraverso il concordato preventivo in continuità. I lavoratori onesti – conclude Raggi – non hanno nulla da temere, ma non devono essere più tollerate rendite di posizione e meccanismi clientelari, e lo abbiamo dimostrato con i licenziamenti di Parentopoli”.
Inoltre, per il neo assessore al bilancio di Roma Gianni Lemmetti, “il bilancio di Roma Capitale sarà in grado di sostenere la società durante il concordato così come la continuità del servizio, mettendo tutte le risorse necessarie per il suo mantenimento”.
Nel caso di Atac come di altre società partecipate, “nel momento in cui vengono ravvisati elementi di crisi d’impresa gli organi preposti agiscono senza indugio. Questo vuol dire – spiega Lemmetti durante l’Assemblea straordinaria su Atac – che anche la proprietà pubblica di una società partecipata al 100% ha il dovere di esporre ai propri cittadini e indicare immediatamente una strada per il risanamento”.
Infine, sul concordato in continuità “ci sono già esperienze che confermano la bontà di questo strumento – conclude l’assessore al bilancio – e mi hanno fatto vedere come un concordato gestito con un solido piano industriale e un piano depositato e votato dall’adunanza dei creditori permette all’azienda di andare verso un piano di risanamento che ricostituisca anche il capitale dell’azienda”.
E.G.