Nella giornata di oggi si è svolta l’assemblea nazionale unitaria delle due categorie industriali della Cgil, Fiom e Filctem “Il lavoro industriale al centro del futuro del paese”. Un’assemblea che ha visto la partecipazione di oltre 300 tra delegate e delegati delle due organizzazioni. Al termine i due sindacati hanno realizzato un documento congiunto.
“È necessario progettare e realizzare nuove filiere industriali integrandole con quelle esistenti – si legge nel documento – consentendo il mantenimento della competitività delle nostre aziende sullo scacchiere internazionale, garantendo quindi le risorse economiche indispensabili ad una giusta transizione. Lavorando su tutta la lunghezza delle value chains dovremo raggiungere i più alti obiettivi nell’economia circolare, consentendo la sostituzione delle parti ambientalmente critiche con altre sempre più sostenibili, a parità di competitività”.
“Dalle aziende hard to abate – prosegue – alla manifattura di nicchia si dipana il tessuto di lavoratori e aziende che rendono l’Italia la seconda manifattura d’Europa: ogni soluzione che preveda delocalizzazioni o mancati reshoring va respinta a favore di soluzioni innovative e pianificate che non portino arretramenti.
Per conseguire questi risultati dobbiamo garantire alle nostre industrie le necessarie forniture di materia prima ed energetiche a prezzi competitivi, puntando su una ripida curva di riduzione della CO2 emessa avvalendoci di ogni strumento tecnologico disponibile per la sua riduzione, ma anche diversificando il mix delle fonti di approvvigionamento energetico, prediligendo vettori innovativi, come l’idrogeno, e l’utilizzo, finché non sarà possibile la loro piena sostituzione, dei combustibili più sicuri e meno impattanti dal punto di vista ambientale.
È auspicabile l’istituzione di un Agenzia per lo Sviluppo, che coordini gli investimenti con le reali necessità industriali del paese, a cominciare dal potenziamento delle reti digitali, elettriche, gas e delle infrastrutture che dovranno permettere di utilizzare effettivamente quanto la ricerca e la tecnologia metterà a disposizione per realizzare questi obiettivi va però superata una idea di politica industriale di tipo orizzontale, neoliberista, che vede lo stato impegnato esclusivamente ad incentivare le imprese con finanziamenti, sgravi e riduzione della tassazione, creare in ultima analisi le migliori condizioni per l’operatività del privato. Anche per questo si renderà necessario prevedere appositi vincoli sociali all’impresa che riceve aiuti e risorse pubbliche così come va messa in discussione l’attività legislativa che modifica il sistema delle relazioni sindacali e la contrattazione, con la detassazione del secondo livello contrattuale e del welfare, anche senza accordi sindacali, che favorisce l’unilateralità dell’impresa e l’indebolimento del Ccnl e la contrattazione collettiva.
In questo scenario per realizzare questa idea di cambiamento FIOM e FILCTEM, nella loro reciproca autonomia, propongono alla Cgil di costituire un coordinamento confederale delle politiche industriali e occupazionali, promuovendo la costituzione di un osservatorio sull’industria, quale luogo politico per l’elaborazione di proposte atte al rilancio di scelte di politica industriale e che, contestualmente, possa fornire un contributo anche di carattere rivendicativo e rilanciare una nuova stagione di confronto con le imprese e con le istituzioni del Paese. “A tal fine, le Segreterie Nazionali di Fiom e Filctem sono impegnate a promuovere congiuntamente momenti di incontro e di coordinamento ai vari livelli delle categorie”, conclude il documento.
E.G.