“La contrattazione è lo strumento che migliora le condizioni di vita delle persone, che difende o aumenta i diritti. La contrattazione è la carne viva del sindacato, è l’attuazione della democrazia, la possibilità di dare a ogni lavoratore la possibilità di far sentire la propria voce”. È questa la strada indicata da Giovanni Mininni, segretario generale della Flai-Cgil, durante l’Assembla nazionale sulla contrattazione promossa dalla Cgil a Bologna il 12 settembre.
Mininni sottolinea la necessità di un rafforzamento della contrattazione, attraverso una cinghia di trasmissione sempre più solida che tenga unite confederazione e categorie. Ma il numero uno degli agricoli rivendica, anche, il diritto allo sciopero o alla mobilitazione quando il confronto con la controparte o il governo non ha portato i risultati desiderati. È sbagliato, prosegue Mininni, pensare che un contratto si rinnovi da sé, o che gli aumenti siano dovuti. Dunque la contrattazione è anche esercizio di rapporti di forza.
Il contratto collettivo è messo continuamente sotto attacco. Nell’industria alimentare Confindustria, denuncia Mininni, ha dato vita a una nuova associazione, oltre a Federalimentare, che chiede un contratto specifico. Nel mondo agricolo, i contratti provinciali di settore sono minacciati dalla paga di piazza legata alla piaga del caporalato. E anche per i forestali e gli allevatori, con i contratti al palo da anni, è importante recuperare il potere di acquisto.
“C’è una vertenza generale sul salario, sulla quale il governo si deve spendere per proteggerli dall’inflazione. Occorrono pero’ – prosegue – anche regole meno rigide, perché da quando si approva una piattaforma e si arriva al rinnovo, quel contratto è ormai vecchio. Anche nel mondo agricolo abbiamo posto il tema di una riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, grazie alla presenza della digitalizzazione”. Ma Mininni parla anche rivolto al sindacato stesso: ‘’basta, dice, col dumping contrattuale tra di noi, anche all’interno della categoria: dobbiamo essere coscienti che la competizione tra di noi sono i ‘’padroni’’ che la vogliono’’. Per Mininni e’ dunque indispensabile una iniziava che punti a ‘’impedire alle imprese di fare shopping contrattuale’’.
Tommaso Nutarelli