Onorevole Cazzola, a suo giudizio, il progetto di legge da lei presentato sull’articolo 18 può essere sufficiente a risollevare la situazione occupazionale in Italia?
Indubbiamente no. Però questa soluzione potrebbe incoraggiare le imprese ad assumere.
Anche in questo momento di difficoltà?
C’è l’eventualità che l’economia riparta, ma quasi sicuramente senza aumento dell’occupazione.
Le imprese dovranno già occuparsi di riassorbire la manodopera in cassa integrazione e in uscita. Non mi sembra che ci sia molto spazio per nuova occupazione, se non precaria.
E in questo modo crede che le condizioni potrebbero cambiare?
Revisionare l’articolo 18 potrebbe essere un ingrediente importante per far uscire le imprese dalla logica troppo stretta dei conti.
Non c’è il pericolo di un’opposizione del sindacato, unito, come si unì nel 2002 a fronte della proposta del governo di modifica dell’articolo 18?
Penso che l’interlocutore effettivo sia il governo, anche se non mi aspetto che l’esecutivo sia disponibile a intraprendere la strada di attuazione di questo progetto.
Sono convinto comunque che se il governo decidesse di prendere seriamente in considerazione la proposta, allora inizialmente troverebbe le resistenze delle organizzazioni sindacali, ma poi il sindacato finirebbe per dividersi anche su questa materia.
Francesca Romana Nesci