Sono state arrestate trenta persone a Rosarno con l’accusa di aver fatto parte del racket dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù degli immigrati nel settore agricolo. Nove persone sono finite in carcere, 21 ai domiciliari. Dalle indagini emerge chiaramente che alla base di quella rivolta c’erano lo sfruttamento e le condizioni inique in cui gli immigrati erano costretti a lavorare: dalle 12 alle 14 ore al giorno per un compenso tra i 10 e i 25 euro, un euro a cassetta per la raccolta dei mandarini e 50 centesimi per le arance, con una cresta di 10 euro su ogni lavoratore per i caporali. (LF)