“Con questo accordo abbiamo costruito un importante raccordo tra il lavoratore e la società appaltante, puntando sulla qualità come sinonimo di sicurezza nei cantieri, attenzione alla formazione dei lavoratori e scambio di informazioni tra tutti i soggetti coinvolti, dunque un consolidamento anche del sistema delle relazioni industriali. Non bisogna dimenticare che la qualità vuol dire anche lotta alla corruzione attraverso un’attenta selezione, da parte di Anas, delle imprese appaltatrici. Quando c’è un rapporto stabile tra azienda e lavoratore ci sono ottime basi per portare avanti, nel miglior modo possibile, il lavoro all’interno di un cantiere. Si tratta di un protocollo che da una veste 4.0 al mondo degli appalti”.
Interpellato da Il Diario del lavoro, Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Anas, ha definito in questi termini l’accordo siglato oggi con Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil sugli appalti nel comparto degli edili, alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio.
Il titolare del dicastero di Porta Pia ha sottolineato l’importanza del protocollo, capace di “ammodernare il codice degli appalti, per dare competitività alle imprese. Con il protocollo – ha spiegato Delrio – si consolida un processo di razionalizzazione delle stazioni appaltanti, passando da 37-36mila unità a 6mila e, soprattutto, si vuole rendere l’edilizia un settore di qualità. Per farlo – ha proseguito il Ministro – occorre rafforzare le imprese, visto che lo stallo nella realizzazione di diverse infrastrutture deriva proprio da crisi aziendali, e incentivare la dialettica e lo scambio di informazioni con i lavoratori”.
Tra i punti principali dell’accordo si prevede il rafforzamento del monitoraggio della situazione occupazionale delle imprese, della formazione dei lavoratori e l’istituzione di un sistema di relazioni stabili tra Anas e le organizzazioni di rappresentanza in materie di sicurezza e igiene dei lavoratori. Ferma restando la volontà di prevenire qualsiasi tipo di infiltrazione criminale organizzata.
Temi ribaditi anche dall’Ad di Anas, per il quale “non ci può essere un trade off tra la sicurezza e la dimensione economica o la velocità in un cantiere. Altro elemento che non è comprimibile o sul quale si possono fare sconti – ha specificato Armani – è il costo del lavoro. Il rapporto tra impresa e lavoratore resta l’elemento chiave all’interno dell’appalto”.
Un accordo accolto positivamente anche delle sigle sindacali presenti. Franco Turri, segretario generale della Filca-Cisl, ha definito il protocollo come un esempio di quel filone “della contrattazione di anticipo, che cerca di specificare e definire, preventivamente, in che modo dovranno essere le condizioni all’interno di un cantiere: qualità nel lavoro, qualità nel processo produttivo e nel prodotto finale”.
Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea-Cgil, ha elogiato la volontà di Anas, come soggetto industriale, di “farsi carico di quelli che sono i punti fondamentali del codice degli appalti: difesa della qualità del lavoro, della salvaguardia dei lavoratori e del rispetto delle norme e della legalità. Il protocollo – ha concluso Genovesi – rappresenta un aggiornamento di quello del 2006”.
Anche Vito Panzarella, segretario generale della Feneal-Uil, ha sottolineato positivamente la capacità di questo accordo di rappresentare un’evoluzione e un miglioramento rispetto al passato, soprattutto “nell’inserimento di quella clausola sociale che pone al centro la sicurezza, la legalità e la trasparenza”.