La flat tax del 15% si applica alle prestazioni aggiuntive del personale delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere del Servizio Sanitario Nazionale, ma non ai lavoratori della sanità accreditata. Questa la conclusione della consulenza giuridica n. 956-66/2024 resa dall’Agenzia delle Entrate all’Aris il 30 gennaio 2025, secondo cui possono beneficiare dell’agevolazione solo i dipendenti delle strutture cui si rendono applicabili i ccnl della sanità pubblica.
“Purtroppo ci aspettavamo una risposta simile – interviene Giovanni Costantino, Capodelegazione Aris – viste le posizioni già anticipate dall’Agenzia in precedenti interpelli di dicembre e tenuto conto del fatto che anche la detassazione al 5% degli straordinari sia stata prevista dalla Legge di bilancio solo per gli infermieri dipendenti del SSN”.
Ciò non riduce l’amarezza – continua Costantino, cofirmatario del quesito – per una decisione evidentemente ingiusta e discriminatoria per tanti lavoratori che contribuiscono, come quelli pubblici, all’abbattimento delle liste d’attesa”.
In effetti, come illustrato dall’Aris nell’istanza di interpello presentata il 30 settembre 2024, la sanità accreditata costituisce uno strumento di sussidiarietà orizzontale che esplica una funzione integrativa e ausiliaria del SSN. Anche sul piano della contrattazione collettiva, inoltre, i ccnl della sanità privata disciplinano le prestazioni aggiuntive in modo del tutto conforme al comparto pubblico.
“In tale contesto – sottolinea Mauro Mattiacci, Direttore Generale dell’Aris – escludere i nostri dipendenti dal beneficio fiscale costituisce un’irragionevole disparità di trattamento, davvero contraddittoria con l’importanza del settore della sanità accreditata, senza la quale l’intero Sistema Sanitario Nazionale collasserebbe. Auspichiamo, quindi, un cambio di rotta coerente con le dichiarazioni di fine anno del Ministro Schillaci, secondo cui in Italia non si può fare a meno della sanità privata accreditata”.