Il ministro Graziano Delrio ha convocato, per lunedì 14 marzo, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le segreterie nazionali di Feneal Filca Fillea sulla questione delle aziende di manutenzione e progettazione delle concessionarie autostradali, che interessa circa 2mila lavoratori in Italia.
I sindacati, che chiedono di mitigare, tramite la riforma appalti, gli effetti occupazionali connessi alla riduzione degli affidamenti diretti da parte delle concessionarie autostradali, a seguito della convocazione, hanno sospeso sciopero e manifestazione indetti per il prossimo 11 marzo.
“Ci auguriamo che l’incontro di lunedì possa esserte risolutivo nel senso che speriamo – dichiara il segretario generale FenealUil Vito Panzarella – ma la nostra posizione resta ferma. Noi chiediamo che le società di manutenzione e di progettazione restino fuori dalle quote di appalto perché la norma, così scritta, è una falsa liberalizzazione di mercato che finisce per precarizzare i rapporti di lavoro e favorire la bassa qualità. Pertanto se non otterremo avanzamenti su questo fronte – ribadisce Panzarella – andremo avanti per la nostra strada confermando sciopero e manifestazione subito dopo l’incontro.”
Inoltre conclude il segretario “non capiamo le dichiarazioni fatte dell’Ance in quanto la nostra richiesta non riguarda la modifica della norma che fissa la soglia degli appalti eseguiti dalle concessionarie autostradali nell’attuale formulazione 80% in gara e 20% in house, ma l’esclusione delle società di manutenzione e di progettazione altamente specialistiche dalle suddette quote in cui sono state indistintamente ricomprese.”
“Spiegheremo al Ministro le ragioni della nostra richiesta di modificare il testo del Codice Appalti – spiega in una nota la Fillea Cgil -; perchè, se non si agirà sugli affidamenti in house, che il provvedimento fissa ad un massimo del 20%, per i lavoratori impiegati nelle aziende del comparto ci sarà un solo futuro: il licenziamento. Già in questi mesi, al solo annuncio dell’introduzione del tetto, abbiamo avuto decine di licenziamenti, una vera emergenza sociale tamponata per ora con il ricorso alla Cassa integrazione.” “Ci aspettiamo che nell’incontro al Ministero ci siano date risposte concrete ed autorevoli – conclude la nota -successivamente insieme ai lavoratori valuteremo l’esito dell’incontro, e con loro decideremo come andare avanti nella mobilitazione. Una cosa è certa, ci opporremo con tutte le nostre forze ad una norma che rischia di lasciare a casa migliaia di lavoratori e di smantellare l’ultimo comparto industriale italiano delle costruzioni, con buona pace – e questa è una cosa molto singolare – della stessa associazione che dovrebbe difendere quelle eccellenze, l’Ance”.