“Il dato di fatto che emerge dalle linee di piano comunicateci dall`Ad di Alitalia è che, purtroppo, non esiste un piano industriale rassicurante. È quanto dichiarato dal presidente dell’Anpav (associazione nazionale professionale assistenti di volo, ndrd), Massimo Muccioli.
“Emerge con chiarezza che a valle dell`operazione di adesione all`aumento di capitale – prosegue – la società è di proprietà dei dipendenti, ai quali, dopo il sacrificio iniziale in termini di perdita di posti di lavoro e riduzione dei salari, viene chiesto un contributo insostenibile: per dare un ordine di grandezza, il solo 50 % di quanto richiesto, li renderebbe azionisti di maggioranza (128 milioni di risparmio su base annua); dello stato, che ne detiene circa il 20% attraverso Poste italiane e che è chiamato ancor di più a sostenere la società con una robusta concessione di ammortizzatori sociali; degli istituti finanziari, che, oramai, detengono oltre il 60% del capitale(Unicredit e Intesa)”.
Per quanto concerne gli interventi sui dipendenti e nello specifico per la categoria assistenti di volo “non è da sottovalutare che sono già in corso di utilizzo di due diversi ammortizzatori sociali (cassa integrazione e solidarietà) – aggiunge – per sopperire un esubero già dichiarato non meno di un anno fa, pari a circa 350 unità”. Inoltre, il 40% della categoria é titolare di contratti part time. La prima “medicina”, da ricercare, secondo Muccioli, è l`accordo con un partner forte, che crede nel trasporto aereo italiano: “non è populistico sostenere che la non soluzione immaginata dalla società ci faccia arrivare a stento alla fine dell`inverno e che nessun partner ha richiesto ad Alitalia questi tagli”.