Tornano a crescere, nei primi tre mesi del 2017, infortuni e morti sul lavoro. Rispetto allo stesso periodo del 2016, sia gli infortuni che i morti sul lavoro sono aumentati, in misura rispettivamente del 5,9% e dell’8%. “Sono dati che non possono non destare forte preoccupazione, in quanto potrebbero significare una inaspettata inversione nella tendenza ormai storica dell’andamento infortunistico nel nostro Paese”. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro e realizzato dall’Anmil e presentato in Senato.
Negli ultimi decenni il fenomeno infortunistico ha mostrato una costante tendenza alla diminuzione che si è particolarmente accentuata a partire dal 2008 e si è protratta fino al 2014. “In questi anni, in cui il Paese ha attraversato una profonda crisi economica, al favorevole trend già in atto si è sommato, infatti, il calo della produzione e dell’occupazione (sia in termini di occupati che di ore lavorate) che ha comportato una parallela contrazione dell’esposizione al rischio e quindi degli infortuni stessi”. Ma negli anni 2015 e 2016 l’andamento infortunistico ha cominciato a mostrare ritmi altalenanti a volte per gli infortuni in generale a volte per quelli con esito mortale. Questo inizio 2017 “si presenta invece con segnali diffusi, univoci e, purtroppo, inequivocabili”.
Nel periodo primo gennaio – 31 marzo 2017 sono stati denunciati circa 161.600 infortuni, in crescita di 9.000 unità rispetto ai 152.600 dello stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento pari a +5,9%. La crescita degli infortuni sul lavoro risulta più consistente tra quelli cosiddetti “in occasione di lavoro”, passati da 132.500 a 138.900 (+6.400 casi), rispetto a quelli “in itinere” saliti da 20.000 a 22.600 (+2.600). L’aumento ha interessato in misura maggiore la componente femminile (+7,0%) rispetto a quella maschile (+5,2%) ed è risultato particolarmente accentuato nelle regioni del Nord Est (+8,8%) e del Nord Ovest (+8,7%), mentre nelle altre aree geografiche si registrano incrementi di modesta rilevanza.
Per quanto riguarda le attività economiche, i confronti tra i due periodi a livello di singolo settore di attività economica risultano, allo stato attuate, scarsamente significativi e poco attendibili in quanto per gran parte dei casi denunciati non risulta ancora determinato il codice di attività economica.
Ancora più preoccupante risulta l’andamento delle denunce degli infortuni mortali che fanno registrare un aumento pari a 8% (dai 176 casi dei primi 3 mesi del 2016 ai 190 dell’analogo periodo 2016). Vale a dire 14 vittime del lavoro in più.