“Uno stop per le piccole e medie imprese italiane in materia di energia da fonti rinnovabili quello del Governo, nonostante gli sforzi della comunità europea per promuovere il miglioramento energetico”. Lo afferma l’Aniem secondo la quale saranno a rischio ben 100mila lavoratori, mentre solo al 20% delle pmi verranno erogati gli incentivi.
“Sono migliaia le imprese che negli ultimi anni hanno creduto ed investito in questo settore – afferma Dino Piacentini, presidente dell’associazione nazionale delle pmi edili manifatturiere della Confapi – rappresentano una realtà produttiva e occupazionale significativa che ha voluto dare credibilità alle politiche energetiche del Paese e che oggi si trova ancora una volta delusa”.
Proprio sulla base del decreto 6 agosto 2010 (terzo conto energia), numerose piccole e medie imprese, sottolinea l’Aniem, “hanno provveduto ad investimenti per piani di sviluppo che naturalmente non potranno concludersi entro i due mesi previsti dall’ultimo decreto legislativo approvato dal Governo”. “Di tutti gli impianti già in fase di costruzione – sostiene l’associazione – meno del 20% riuscirà a effettuare l’allacciamento nei prossimi 60 giorni, mentre per il restante 80% gli investimenti si riveleranno fallimentari”. “Il tutto – prosegue – rappresenta un vero e proprio pericolo incombente sugli investimenti stessi; gli imprenditori non sono messi nella condizione di onorare i progetti industriali e finanziari già sottoscritti, con forti ricadute anche sui livelli occupazionali”. “Le banche – conclude – hanno già iniziato a congelare i finanziamenti già concessi a questo scopo, al fine di tutelarsi rispetto alle conseguenze nefaste del decreto varato”.
L’Aniem chiede che la data ultima di allaccio sia posticipata al 31 dicembre 2011, “concedendo così agli interessati il tempo necessario a concludere gli iter autorizzativi, spesso rallentati dalla stessa macchina burocratica dei diversi enti pubblici coinvolti”. (LF)
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