A inizio anno non erano mancati i segnali che la crisi si stava avvicinando anche nel settore calzaturiero, ma il secondo trimestre ha rappresentato l’inequivocabile svolta. È quanto emerge dall’analisi congiunturale diffusa dall’Ufficio Studi di Anci, l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, in occasione di Micam ShoEvent il salone internazionale del settore che si terrà a Fiera Milano dal 16 a 19 settembre. Dopo alcune stagioni positive frutto dello sforzo fatto per rispondere alla crisi del 2009, i segni positivi della congiuntura si sono invertiti e il settore, nonostante rimanga uno dei pochi a trainare la crescita del saldo commerciale grazie soprattutto alle esportazioni, oggi deve fare i conti con segnali di discontinuità, in particolare sul fronte della domanda interna con ricadute negative sulla produttività.
“Eravamo appena usciti da un tunnel – spiega il presidente di Anci Cleto Sagripanti – e rischiamo di entrare in un altro di cui non sappiamo la lunghezza. Ma le imprese calzaturiere hanno già fatto molti sforzi e molte innovazioni; da sole non possono essere in grado di farsi carico di tutto. Occorre davvero riprendere in mano i temi della crescita”. Fra le misure auspicate dal presidente di Anci: la riduzione del carico fiscale per le aziende che assumono giovani, l’abbattimento del cuneo fiscale sul costo del lavoro e sui salari dei lavoratori. Fondamentale inoltre incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo e sostenere l’internazionalizzazione delle Pmi.
Quanto ai numeri, le esportazioni sono cresciute, nei primi cinque mesi del 2012, del 4% in valore con prezzi medi che segnano una crescita attorno al 16%. Nello stesso periodo si è rafforzato il saldo commerciale che si è attestato a 1,45 miliardi di euro, in aumento del 12,2%. I dati però mostrano chiaramente che si è di fronte anche ad un rallentamento della produzione nel primo semestre 2012 dello 0,7% in valore e del 3,6% in quantità. Un quadro che sembra peggiorare in prospettiva perché la raccolta ordini del secondo trimestre mostra un calo complessivo del 2,8%, con una pesante diminuzione dell’8% per gli ordinativi Italia. Le aspettative degli imprenditori sono in linea con questi dati: il 60% degli intervistati non prevede, sui mercati esteri, grossi mutamenti rispetto alla situazione attuale, mentre ben il 74% si attende invece un peggioramento ulteriore della domanda interna nel secondo semestre dell’anno.
Sul fronte delle esportazioni, dei primi 20 mercati di destinazione, la metà sono membri della UE27 e tutti, con poche eccezioni, mostrano flessioni in quantità e in valore. Per contro, cresce l’export nei paesi extra-europei trainato dai flussi verso il Far East, che segna globalmente un incremento del 32,8% in valore con aumenti a due cifre di tutti e tre i paesi principali: Giappone (+16,3%), Hong Kong (+35,4%) e Cina (+76%).
Non meno significativo è l’incremento fatto registrare dall’area del Medio Oriente (+15,4% in valore) in cui il paese di punta, gli Emirati, fa registrare un aumento del 9,2%. La Russia (+13,5% in valore) dopo la frenata di aprile ha ripreso slancio, mentre si consolidano in positivo mercati come l’Ucraina (+4,2% valore) e il Kazakistan (+22%). Cambia invece la situazione a occidente: dopo il forte recupero dei primissimi mesi 2012, le vendite verso gli Usa hanno rallentato vistosamente, pur presentando ancora una crescita (+9,3% in valore e +0,7% in quantità).
Infine per quanto riguarda l’occupazione, il calzaturiero rimane uno dei pochi settori del made-in-Italy che è stato capace di “ricostruire” i posti di lavoro persi nel 2009, ma oggi deve fare i conti con un rallentamento che desta preoccupazioni. Il numero di addetti nei calzaturifici è passato infatti in 6 mesi da 80.925 (dicembre 2011) a 80.136 (-789 unità, pari al -1,0%), tornando praticamente ai livelli del 2010. Una nota positiva viene dalla Cassa Integrazione Guadagni le cui richieste si sono ridotte negli ultimi sei mesi (-24% complessivamente), sebbene rispetto a 4 anni fa (ovvero sui primi 6 mesi 2008) le ore attuali di CIG risultano ancora superiori del 114,4%. (LF)