Segnali positivi arrivano dal settore dell’edilizia anche se l’uscita dalla crisi ancora non si intravvede. Lo afferma l’Ance nell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, annunciando come gli investimenti per il 2015 vedranno un ulteriore calo dell’1,3%, portando al 34,8% il ribasso dal 2008, ovvero dall’inizio della crisi.
Anche gli occupati sono scesi di 529 mila unità, 800 mila se si considera l’intero indotto. Le imprese uscite dal mercato sono state invece circa 80 mila.
I permessi di costruire dal 2006 sono scesi dell’80%, passando dai 300 mila del 2005 ai circa 54 mila del 2014, mentre il credito nei primi tre mesi dell’anno ha mostrato una contrazione del 12% per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese per l’edilizia residenziale.
I segnali positivi consisistono comunque in una frenata della caduta. con +0,6% di ore lavorate ad aprile scorso su base annua e una crescita del 16,6% dei bandi di gara nel numero e del 22,9% nell’importo nei primi 5 mesi del 2015.
Infine, secondo l’Ance ci sono segnali di ripresa per il mercato immobiliare. Le compravendite di abitazioni nei primi tre mesi dell’anno hanno registrato un incremento dello 0,8% e del 3,6% nel 2014. Bene anche i mutui, in rialzo del 35% nel primo trimestre e del 13,4% nel 2014.
Ma le tasse, lamenta l’Ance, sono ancora troppo alte: nel 2014 si sono registrati 3,8 miliardi di euro di imposte in più sugli immobili. Dall’Ici del 2011 alla somma dell’Imu con la Tasi del 2014 si è avuto un incremento del 143,5% dell’imposizione fiscale.