In tre anni il portafoglio estero delle aziende di costruzione italiane é raddoppiato. Lo ha detto a un convegno Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance (associazione nazionale costruttori edili), portando come esempio Impregilo che ormai realizza all’estero il 75% del fatturato per un valore di oltre 1,7 miliardi di euro. Seguono poi, nell’ordine, Astaldi, Salini e Gella tutti con più di 500 milioni. L’Italia é risultata anche il paese con il maggior importo di gare vinte tra quelle finanziate dalla Banca Mondiale.
Buzzetti ha sottolineato la “fortissima collaborazione” che il settore ha ricevuto anche dalla rete diplomatica italiana all’estero: “Siamo costantemente accompagnati nelle missioni e sentiamo la forte presenza dello Stato nelle iniziative di promozione che svolgiamo in altri paesi”, ha dichiarato. Il sottosegretario agli esteri Vincenzo Scotti ha ricordato anche il capillare lavoro quotidiano svolto dalla rete diplomatica italiana con la segnalazione nel 2009 di oltre 6mila gare di appalto all’estero, accessibili alle imprese attraverso la banca dati Extender.
Punto dolente resta il mercato interno. Contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi europei e negli Usa, dove si é deciso di investire in infrastrutture anche per fronteggiare la crisi, in Italia c’é stato un ulteriore rallentamento.
Per sbloccare la situazione l’Ance ha fatto diverse proposte: snellire gli attuali ostacoli burocratico amministrativi nella realizzazione delle opere in modo da attrarre capitali privati; trovare il modo di ridurre i costi delle opere che in Italia vengono a costare in media più che negli altri paesi europei. Buzzetti si é dichiarato favorevole a un incontro proposto anche dal ministro Tremonti per discutere di questo tema.
Il vice ministro delle infrastrutture, Roberto Castelli, si é invece limitato a fornire alcune cifre. In media negli ultimi anni in Italia sono stati spesi 6,5 miliardi di euro in infrastrutture. Tra le grandi opere da completare: la Salerno-Reggio Calabria con 3,5 miliardi di euro da spendere in aggiunta ai 7 miliardi già spesi e il sistema di dighe mobili di Venezia con altri 2,5 miliardi da spendere in aggiunta ai 3 miliardi già spesi. E infine la lista della spesa delle opere legate all’Expo 2015 di Milano ammonterebbe a 10 miliardi di euro. Nel conto anche le autostrade Pedemontana e BreBemi, già avviate, e la linea ferroviaria Rho-Gallarate, la Rho-Monza, le linee M4 e M5 della metropolitana di Milano e la tangenziale esterna di Milano, in programma. Tutte da finire necessariamente entro il 2015, ha garantito il vice ministro. (FRN)