“Per un giorno, il prossimo 22 marzo, ci vogliamo fermare, ci dobbiamo fermare”. Così Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti scrivono in un appello ai cittadini fruitori dei servizi di Amazon sullo sciopero nazionale di 24 ore delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta la filiera italiana del colosso di Seattle, aggiungendo “voi che ricevete un servizio siete le persone cui chiediamo attenzione e solidarietà, perché continui ad essere svolto nel migliore dei modi possibili”.
“Scioperano – scrivono ai consumatori le organizzazioni sindacali – le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. Quelli e quelle che consegnano i pacchi, quelli e quelle che ancora prima lo preparano per la spedizione. Un esercito composto da circa 40 mila lavoratori e lavoratrici che non si ferma mai. Quelli e quelle che, insieme a voi, hanno consentito il boom di ordini e conseguentemente portato alle stelle i profitti di Amazon, e quindi di fatturato, di tutto il sistema dell`e-commerce. Lavoratori e lavoratrici indispensabili, così vengono continuamente definiti da tutti, così senz`altro li abbiamo percepiti e continuiamo a percepirli noi tutti e tutte, ma come tali non vengono trattati”.
“I driver che consegnano materialmente la merce – scrivono Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt arrivano a fare anche 44 ore di lavoro settimanale e molto spesso per l`intero mese, inseguendo le indicazioni di un algoritmo che non conosce né le norme di regolazione dei tempi di vita e di lavoro né tantomeno quelli del traffico delle nostre città. Si toccano punte di 180, 200 pacchi consegnati al giorno”.
“Dentro i magazzini – proseguono nell`appello ai cittadini i sindacati – si lavora 8 ore e mezza con una pausa pranzo di mezz`ora, ma nessuna verifica dei turni di lavoro, nemmeno nei magazzini di smistamento. Nessuna contrattazione, nessun confronto con le organizzazioni di rappresentanza sui ritmi di lavoro imposti e per il riconoscimento dei diritti sindacali.
Nessuna clausola sociale né continuità occupazionale, per i driver, in caso di cambio fornitore. Nessuna indennità contrattata per covid-19, in costanza di pandemia”.
“È una questione di rispetto del lavoro – scrivono infine Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, di sicurezza per loro e per voi. Per questo per vincere questa battaglia di giustizia e di civiltà abbiamo bisogno della solidarietà di tutte le clienti e di tutti i clienti di Amazon”.
TN