Sono nato negli anni del dopoguerra a Sesto San Giovanni e lì sono cresciuto nel rione “Cascina Gatti”, il punto geografico d’incontro della cultura contadina e operaia della ex Stalingrado d’Italia. Questa premessa anagrafica serve a spiegare perché l’ Amarcord di Giuliano Cazzola sul Diario per me non è solo un interessante pezzo, ma anche l’occasione per dare, sindacalmente parlando, uno sguardo all’indietro e in avanti. Indietro rivedo un passato duro e felice e, ormai travolto dai ricordo, voglio raccontare un aneddoto, di molti, ma molti, anni fa.
Una sera, ero nella sede della Cisl di via Fiorani, ricevetti una telefonata dal presidente della Cooperativa Rurale Combattenti e Reduci – il bar che frequentavo – che mi chiedeva di raggiungerlo immediatamente perché era scoppiata una rissa tra alcuni avventori e alcuni zingari (allora non si usava ancora il linguaggio politicamente corretto). Alla mia domanda del perché dovessi precipitarmi lì mi rispose :”perché sei del sindacato! e se arrivano i Carabinieri ci vuole anche qualche autorità delle nostre”. Mi pare che non ci sia d’aggiungere alcun commento. Sul presente e sul futuro, sempre sindacalmente parlando, non la faccio tanto lunga, salto a piè pari voucher e outlet e mi associo alle conclusioni di Cazzola.
Valerio Gironi