I lavoratori europei del gruppo Alstom hanno approvato a grande maggioranza l’intesa sottoscritta dalla Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) con la direzione della multinazionale francese. L’accordo, che interessa 48mila addetti in 28 paesi, ha ottenuto il consenso del 93% dei votanti. Alstom occupa nel mondo circa 80.000 persone. In Italia i lavoratori sono circa 3.700 in 13 tra sedi e stabilimenti produttivi. I settori di attività sono: Power (energia, ambiente); Transport (materiale rotabile, sistemi di segnalamento e reti ferroviarie); Grid (Trasmissione di energia).
La richiesta di un accordo quadro europeo era stata sollecitata dalla Fem e dai sindacati nazionali dei metalmeccanici, in seguito all’annuncio di una ristrutturazione nel gruppo per far fronte alla crisi, in particolare nel settore Power, con la perdita di circa 4.000 posti di lavoro.
Nell’accordo, che si articola in 6 capitoli, vengono definiti impegni e strumenti per affrontare “la tutela dell’impiego nei periodi di crisi” evitando il ricorso ai licenziamenti. Questo potrà realizzarsi: con la mobilità interna in azienda e nel gruppo; con adeguate forme di riqualificazione professionale; attraverso la riduzione dell’orario di lavoro; inoltre, nel caso di verificate impossibilità di ricollocazioni interne, dovranno essere negoziate soluzioni per l’occupabilità.
Analogamente dovranno essere attuate e concordate in relazione ai territori interessati misure che favoriscano l’occupazione.
Alstom, nel confermare la propria presenza industriale nei vari Paesi, affida il necessario aumento della competitività allo sviluppo delle competenze dei lavoratori, oltre che agli investimenti in ricerca e sviluppo e negli impianti.
Per l’applicazione dell’accordo è stata decisa la costituzione di un apposito Comitato Direttivo Europeo composto da rappresentanti dei sindacati, del Cae e della direzione aziendale che avrà il compito di verificarne la corretta attuazione.
“L’accordo europeo dimostra che è possibile un confronto alla pari tra i sindacati e una impresa multinazionale. Che di fronte alla crisi e ai cambiamenti è indispensabile un sistema di relazioni sovrannazionale che assuma come centrale il valore del lavoro, considerando l’impresa qualche cosa di più che la mera remunerazione del capitale per gli azionisti”. Così ha commentato Luigi Dedei, segretario Fim Cisl Lombardia, coordinatore nazionale per la Fim del gruppo Alstom Italia. “L’accordo è stato possibile perché nella Fem si è riusciti a tenere assieme le diversità culturali e di storia sindacale dei differenti sindacati nazionali – prosegue Dedei – valorizzando in modo innovativo i contenuti più partecipativi già presenti in qualche realtà nazionale, e conferma che partecipazione non significa subalternità”. (FRN)