Oltre 27.000 firme per mettere fuori gioco le false cooperative. Prosegue la raccolta di firme promossa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane per una proposta di legge d’iniziativa popolare “contro quelle imprese che utilizzando strumentalmente la forma giuridica della cooperazione inquinano il mercato facendo concorrenza sleale, evadendo tasse e contributi e e non rispettando i diritti dei lavoratori”.
Il Centro studi dell’Alleanza delle Cooperative stima che sono oltre 120 mila i lavoratori delle imprese che non aderiscono all’Alleanza delle Cooperative che operano all’interno di false cooperative di servizi (logistica, facchinaggio, pulizie, multiservice), in un limbo non monitorato, senza tutele o con garanzie parziali con una perdita netta, in termini fiscali e previdenziali, di oltre 750 milioni di euro l’anno. “Una concorrenza distorsiva delle regole che determina danni di immagine alla buona cooperazione. Una cattiva economia che scaccia la buona tant’è che oltre 4 mila cooperative tra quelle che operano legalmente, corrono il rischio di morire di legalità a causa della concorrenza criminale delle false cooperative”.
L’Alleanza – la sigla che rappresenta Agci, Confcooperative e Legacoop – ha depositato in Corte Suprema di Cassazione la proposta di legge di iniziativa popolare che è stata pubblicata il 16 aprile in Gazzetta Ufficiale. Dal 6 maggio sono scattati così i sei mesi di tempo per raccogliere un minimo di 50 mila firme, che verranno consegnate al Parlamento.
La mobilitazione sta coinvolgendo le tre associazioni in tutte le regioni. Molti tavoli per la raccolta delle firme (che richiedono la presenza di un verificatore, ndr) sono stati aperti in queste settimane a margine delle assemblee di bilancio di centinaia di cooperative. In Umbria è partito un “Viaggio nella buona cooperazione”, con banchetti nelle piazze di sette città. In Toscana, Lombardia e Romagna si può firmare anche nelle segreterie dei Comuni. Ma sono tantissime le iniziative di singole cooperative, anche piccole, a sostegno della raccolta, dalle firme a bordo di una barca per le gite dei disabili a Venezia agli aperitivi offerti da una coop sociale di Milano.
L’Alleanza chiede così al Parlamento di approvare una legge con misure più severe e più incisive per contrastare il fenomeno delle false cooperative. In particolare, la proposta di legge prevede:
– la cancellazione dall’Albo delle Cooperative e la conseguente perdita della qualifica di cooperativa, per le imprese che non siano state sottoposte alle revisioni/ispezioni;
– definizione di un programma di revisioni, in via prioritaria, per quelle cooperative che non siano state sottoposte da lungo tempo alle revisioni o alle ispezioni, così come per le cooperative appartenenti ai settori più a rischio;
– tempestiva comunicazione dello scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate per contrastare il fenomeno di cooperative che nascono e cessano l’attività nel giro di pochi mesi accumulando debiti nei confronti dell’Erario;
– creazione di una cabina di regia al Mise che coordini i soggetti chiamati a vigilare sulle cooperative evitando sovrapposizioni e duplicazioni di adempimenti attraverso intese con consentano di coordinare revisori provenienti anche da altre Amministrazioni.
La battaglia contro tutte le illegalità da parte dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, che nei mesi scorsi ha sottoscritto il “Manifesto per un’economia pulita”, non finisce qua. La raccolta di firme è un tassello di una lotta che mette nel mirino:
– il massimo ribasso nelle gare d’appalto, che significa mancato rispetto del contratto di lavoro,
– le infiltrazioni mafiose, grazie, all’applicazione del Protocollo di legalità già sottoscritto con il Ministero dell’Interno,
– il rafforzamento della partecipazione dei soci ai processi decisionali,
il sostegno agli osservatori territoriali della cooperazione.