Favorire l’attrazione di investimenti, anche esteri, e la realizzazione di progetti di sviluppo d’impresa rilevanti per il rafforzamento della struttura produttiva del Paese, soprattutto nelle aree svantaggiate e nel Mezzogiorno. È questo l’obiettivo dei nuovi contratti di sviluppo, strumento “semplificato ed efficace” destinato a sostituire i contratti di programma e di localizzazione.
I nuovi contratti, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, “saltano il passaggio al Cipe e, pur se finanziati dal Mise, vedono come unico soggetto attuatore Invitalia”. Una semplificazione che permette tempi certi e più brevi. Le risorse a disposizione ammontano a 400 milioni di euro e saranno destinate a progetti di sviluppo industriale, ma anche (a differenza dei contratti di programma) commerciale e turistico. L’obiettivo è quello di riuscire ad attivare investimenti pubblico/privati superiori al miliardo di euro.
I progetti, ha spiegato l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri, potranno essere presentati da soggetti italiani ed esteri e potranno essere proposti da una singola impresa o da gruppo di imprese. “Più piccola è l’impresa, più alte saranno le agevolazioni”, ha precisato, puntualizzando che i nuovi contratti saranno utilizzabili in tutto il territorio nazionale, “con stanziamenti più significativi nelle aree di convergenza”.
La novità, ha concluso Romani, “si inserisce nel percorso” avviato dai tavoli sullo sviluppo su cui il governo sta lavorando. (FRN)
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