Si è svolto oggi, presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’incontro tra i sindacati, Stellantis e il governo, nella persona del ministro Urso, in merito al piano del gruppo industriale “Dare Forword 2030” per l’Italia.
Al termine dell’incontro la Fiom si è dichiarata delusa da quanto emerso dal confronto. Dalle parole del coordinatore automotive dei metalmeccanici della Cgil, Simone Marinelli, il tavolo non ha portato “nessun elemento di novità” rispetto a quanto annunciato sulle garanzie degli stabilimenti e delle attività in Italia. “E’ del tutto evidente, come sottolineato anche dal ministro, che senza investimenti l’intera filiera soffre e non ha prospettive”.
“Per tornare ad essere uno dei primi Paesi produttori in Europa – ha detto Marinelli – occorrono nuovi modelli e nuovi volumi per saturare la capacità produttiva installata, quindi tornare a produrre quasi 2 milioni di veicoli, a fronte dei poco più di 460mila prodotti nel 2022. Il fondo sull’automotive deve essere utilizzato prioritariamente per rilanciare la produzione e insieme con le risorse del Pnrr per investire sulle infrastrutture. Gli incentivi non bastano a far ripartire il settore. Ci sono priorità, a partire dall’aumento del salario dei lavoratori. L’incontro di oggi deve aprire un confronto tra azienda, sindacati e Governo per arrivare a un accordo condiviso su tre punti: produzione, occupazione e salario”. Il malcontento della Fiom è emerso anche prima dell’incontro, quando un centinaio lavoratori ha organizzato un presidio davanti al ministero.
Sulla stessa linea anche la Uilm, con il segretario generale, Rocco Palombella, che ha precisato come da Stellantis e dal governo non sia emersa nessuna indicazione chiara su come affrontare la transizione ecologica. Il fatto che l’azienda abbia chiesto nuovi incentivi e abbia accennato a nuovi investimenti non sono motivi di rassicurazione per Palombella. “Vediamo negli stabilimenti situazioni di cassa integrazione. Circa 5mila lavoratori sono andati via incentivati. Non abbiamo la percezione di come si affronta la transizione. L’azienda ci ha fatto la fotografia di come si sviluppano i nuovi modelli, ma nessuna dichiarazione su come si salvaguardano i livelli occupazionali, anche dell’indotto. Non c’è stata questa risposta”.
La difesa dell’industria italiana dell’auto, hanno spiegato Palombella e Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm responsabile del settore auto, passa dallo spendere bene le risorse stanziate lo scorso anno, ossia del fondo pluriennale automotive per il periodo 2022-2030 di 8,7 miliardi di euro. Di questi 2,7 miliardi sono stati già oggetto di programmazione di spesa per il 2022-2024.
“Stellantis -spiegano i due sindacalisti – in particolare, ha beneficiato di 4 accordi di sviluppo e 5 accordi di innovazione. Per quanto riguarda la situazione delle fabbriche italiane, a Melfi è avviato il piano per la nuova piattaforma che dal 2024 porterà a 4 modelli completamente elettrici, con una linea di assemblaggio delle batterie; a Termoli sta partendo la gigafactory con la joint venture ACC; a Pratola Serra dal 2024 si espanderà la produzione di motori per veicoli commerciali; ad Atessa si conferma la piattaforma del Ducato, che si gioverà anche degli accordi con Opel e con Toyota; a Pomigliano a fine 2022 è arrivato il nuovo modello Tonale, oltre alla Panda che continua ad avere buone vendite grazie soprattutto alla versione ibrida; a Cassino, in aggiunta alle vetture Alfa già allocate, è stata avviata la produzione della Maserati Grecale, la cui gamma sarà completata con la variante elettrificata entro fino anno; a Modena è stata allocata la `supercar` MC20, di cui è stata annunciata la versione spider; a Cento è in corso una riorganizzazione con focalizzazione sui motori industriali e marini; a Mirafiori sono state concentrate le produzioni torinesi e saranno lanciate le gamme elettriche delle Maserati, mentre la 500 elettrica continua a crescere, inoltre sono stati annunciati nuovi investimenti sulle trasmissioni e sulla economia circolare. Il percorso verso l’elettrico, ha puntualizzato Stellantis, comporta maggiori costi di circa il 50% e l`esigenza da una parte di incentivi alla domanda e dall`altra di azioni di recupero di competitività”.
Di tutt’altro avviso è la Fim, che lo definisce un primo incontro “positivo, un’occasione per verificare lo stato di avanzamento del piano industriale del gruppo Stellantis.
“Abbiamo quindi accolto positivamente – afferma Ferdinando Uliano, segretario nazionale dei meccanici della Cisl- la comunicazione e la conferma della partenza della produzione degli stabilimenti, in particolare nello stabilimento di Melfi delle produzioni delle quattro modelli multibrand e medium che entreranno in produzione nel 2024. Per noi fondamentale per attutire il peso degli ammortizzatori sociali, in particolare per quanto riguarda l’integrazione con i tre modelli attualmente in produzione nel sito. Abbiamo chiesto un impegno al gruppo Stellantis per quanto riguarda l’indotto. Da quest’ultimo punto ci aspettiamo che il Governo, da noi sollecitato dia una risposta positiva in tal senso, perché il comprensorio di Melfi è particolarmente delicato perché e costruito solo in funzione del sito Stellantis e quindi l’indotto ha un peso per noi significativo.
La conferma dell’investimento nella giga factory di Termoli è importante, soprattutto la comunicazione che da parte del Gruppo è già stata presentata l’istanza all’Unione Europea e quindi entro il primo trimestre di quest’anno ci aspettano l’autorizzazione, Termoli sarà una delle tre giga factory del Gruppo nel nostro continente. Importante anche la comunicazione per quanto riguarda le autovetture di Mirafiori che riguardano la partenza della produzione di GranCabrio e GranTurismo e le nuove Maserati già da inizio 2024. Bene la conferma dell’investimento su progetto per l’economia circolare sullo stabilimento di Mirafiori e la partenza e delle produzioni per quanto riguarda le trasformazioni ibride ed elettriche sempre nel comprensorio di Mirafiori.
Positiva anche la conferma della BU sui veicoli commerciali in Sevel, insieme alla notizia, anche se deve ancora essere concretizzata, che lo stabilimento di Cassino, quello più in sofferenza del Gruppo in termini volumi, oltre la partita legata alla partenza della Grecale e delle due Alfa Romeo che verranno rinnovate, diventerà centrale nel segmento SUV e Premium. Positiva anche la conferma della ruolo strategico degli Enti Centrali per lo sviluppo delle autovetture che saranno prodotte nel nostro Paese.
Resta per noi fondamentale anche affrontare la questione degli incentivi. Il Gruppo ha fatto presente che oggi questi non sono orientati rispetto al cambiamento sull’elettrico, per quanto ci riguarda serve maggiore attenzione da parte del Governo soprattutto indirizzandoli alle produzioni italiane . Altro elemento che ci preoccupa riguarda i motori l’Euro 7, l’imposizione che vengono a livello europeo su queste motorizzazioni rischiano di mettere in pericolo alcune produzioni italiane. Confidiamo su queste partite nell’impegno preso da ministro Urso”.
In una nota, l’azienda ha definito l’incontro “un momento di dialogo produttivo e costruttivo per confermare il ruolo centrale dell`Italia nelle strategie del gruppo”. Stellantis ha ribadito che, in poco più di due anni dalla sua costituzione, continua a sviluppare con “ritmo sostenuto” il proprio piano strategico Dare Forward 2030 sul fronte della transizione ecologica e digitale con l`obiettivo di “garantire la sostenibilità e la competitività dei propri siti italiani”.
L`azienda è convinta che “sia necessario continuare a lavorare su un piano strutturale e coordinato per accompagnare la transizione dell`intero comparto automotive, compresa la filiera, affrontando le criticità legate alla formazione e alla competitività, cominciando dal costo dell`energia al supporto agli investimenti per l`installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile”.
In questo contesto, Stellantis “ha apprezzato l`approccio propositivo del Governo a rivedere entro fine mese lo schema degli incentivi alla domanda e il supporto alle infrastrutture di ricarica, alla luce del quadro molto critico” del mercato delle vetture elettrificate in Italia”.
Nella nota diffusa dopo l’incontro con azienda e sindacati si legge che gli obiettivi del Governo per il settore dell’automotive, mettendo al centro il ruolo di Stellantis per la filiera nazionale, sono “il rilancio della produzione nazionale, l`innovazione tecnologica e la tutela della occupazione”.
Sul tema degli incentivi il ministro Urso ricorda come questi siano sinora andati in misura maggiore a sollecitare la domanda di auto prodotte da Stellantis, sebbene per meno della metà su modelli fabbricati in Italia: “Questo gap va colmato al più presto: gli incentivi devono andare a beneficio del lavoro italiano”. Urso sollecita pertanto maggiore attenzione alla filiera dell`automotive, con le stesse modalità con cui avviene in altri Paesi, citando il caso Lear di Grugliasco (Torino), “che crediamo un pericoloso segnale d`allarme”.
Il ministro, riferisce il comunicato, afferma come il confronto continuo sarà utile a tutti per verificare gli sviluppi degli investimenti e le ricadute sul sistema industriale. Urso ricorda anche gli impegni del nuovo Governo in sede europea per la neutralità tecnologica: “Una battaglia purtroppo non adeguatamente rappresentata dai precedenti esecutivi ma sulla quale noi non intendiamo mollare con il supporto del sistema Paese, imprese e sindacati”.
Urso ha inoltre rimarca la necessità di indirizzare la domanda, ricordando le risorse pubbliche conferite a Stellantis con i contratti di sviluppo e gli accordi per l`innovazione, per oltre 2,7 miliardi, così come il fondo pluriennale automotive con una dotazione di 8,7 miliardi di euro fino al 2030, che consentono il rafforzamento della produzione in Italia soprattutto nei modelli e componenti che assicurano lo sviluppo tecnologico secondo gli obiettivi della sostenibilità ambientale. “Devono essere indirizzati anche a rafforzare la filiera nazionale”, conclude.
tn