Tutto quello che avete sempre voluto sapere sull’intelligenza artificiale e non avete mai osato chiedere: parafrasando il film di Woody Allen, questo sarebbe un perfetto sottotitolo per il libro di Sergio Bellucci AI: un viaggio nel cuore della tecnologia del futuro. Da Principiante a Esperto in un Baleno, di Erf Edizioni. Non si tratta di un saggio in senso tradizionale, ma di un manuale, una guida con le mappe necessarie a orientarsi in un mondo nuovo, a non farsi cogliere di sorpresa. Il libro è suddiviso in voci e capitoli costruiti in modo da spiegare nel dettaglio, anche e soprattutto ai non addetti ai lavori, la sostanza del tema che domina il dibattito sociale, economico e politico degli ultimi mesi. Dibattito che è stato, peraltro, anche al centro dell’ultimo G7 a guida italiana, con una giornata interamente dedicata appunto all’Intelligenza artificiale e avvalendosi, addirittura, dell’inedita presenza di Papa Bergoglio. La Chiesa, del resto, sta monitorando da tempo lo sviluppo delle tecnologie dell’AI e delle sue possibili applicazioni, presenti e future, prestando particolare attenzione agli aspetti etici. E forse non è un caso che a capo della Commissione del governo italiano per l’AI ci sia per l’appunto un religioso che dell’etica ha fatto la sua ragione di studio, padre Paolo Benanti.
Anche il volume di Bellucci affronta gli aspetti etici dell’intelligenza artificiale (suggerendo in alcuni casi, come per l’eventuale e assai temuto utilizzo a scopo bellico, interventi di contenimento come avvenne a suo tempo per la clonazione, dopo l’esperimento che diede vita alla pecora Dolly) ma non è questo il punto centrale della sua esplorazione. Il libro si concentra in particolare sulle ricadute che l’AI ha, o potrà avere, sull’economia, sul lavoro, sulla produttività. E dunque, a cascata, sul sociale. Cercando di rispondere a diverse domande cruciali: i posti di lavoro, quali resteranno e quali saranno cancellati; il welfare, come sarà sostenuto se diminuirà eccessivamente l’occupazione; l’aumento esponenziale della produttività, che contrariamente a quanto si puo’ immaginare non sarebbe automaticamente un bene. E ancora: la formazione, ovvero il discrimine che più che mai in futuro deciderà i sommersi e i salvati; la difesa della privacy e la protezione dei dati personali; il controllo delle fonti e il rischio di un dilagare di fake news, causa di inquinamento dell’informazione e dell’opinione pubblica.
C’è anche, ovviamente, il ruolo della politica e dei regolatori: tutti i governi, in tutto il mondo, stanno ragionando su come intervenire con provvedimenti adeguati a limitare i rischi e cogliere invece i benefici che l’AI può portare. Ma questo avviene con lentezza, mentre in parallelo i colossi mondiali del settore procedono a gran velocità, gettando nella fucina della nuova tecnologia enormi risorse economiche per essere pronti a sfruttarne ogni potenzialità e sottovalutando ogni genere di rischio. È di qualche giorno fa la notizia che in autunno scenderà in campo anche la Apple, incorporando nei suoi sistemi operativi, su smartphone e computer, una propria specifica AI. E non c’è dubbio che questo accelererà bruscamente lo sviluppo e la diffusione della nuova tendenza.
Due scuole di pensiero opposte oggi si confrontano: da un lato chi pensa che l’AI sia una sorta di Nuovo Mondo dove la manna cadrà dal cielo, dall’altro chi invece l’affronta con lo stesso timore con cui, nel 1999, si parlava dell’avvento del Nuovo Millennio e delle catastrofi che ci avrebbe riservato.
Ma tra entusiasti e catastrofisti – o tra apocalittici e integrati, per dirla con Eco – c’è per fortuna una via di mezzo, ovvero una visione ‘’laica’’, che è appunto quella che Bellucci espone nel suo libro: suggerendo che per poterne controllare gli effetti l’AI va innanzi tutto studiata, conosciuta e compresa, e fornendo a tutti, esperti e non, le basi per questo processo. Lo si verifica già nei titoli dei diversi capitoli: da ‘’Che cos’è l’Intelligenza artificiale’’, a ‘’Come funziona una intelligenza artificiale’’, con i vari tipi di apprendimento a cui viene sottoposta, le reti neurali, i modelli linguistici e il loro sviluppo, la raccolta dei dati, ecc. E ancora, un capitolo spiega dettagliatamente ‘’come’’ porre nel modo giusto le domande (prompt) a una Intelligenza artificiale generativa, procedimento fondamentale per ottenere risposte desiderate (e possibilmente sensate, cosa non ancora così scontata). Un altro capitolo descrive come si cala l’AI nei più diversi campi di applicazione, e sono pressoché infiniti: dalla medicina all’avvocatura, all’informazione, alla scuola, e ancora: nell’energia, nell’agricoltura, nella finanza e trading, nella robotica applicata all’industria, ecc. Utilissimo anche il glossario finale, molto esplicativo rispetto alla terminologia utilizzata nel settore, cosi come il capitolo nel quale si “sciolgono” le molte decine di acronimi che ne definiscono il linguaggio e i neologismi.
Ma la parte centrale del volume, il ‘’cuore’’, è quella dedicata a “I lavori e le professioni nell’era dell’AI”: con elenchi dettagliati di quali resteranno, quali saranno aboliti, quali si trasformeranno. Bellucci ricorda la previsione di Goldman Sachs, secondo cui in seguito al diffondersi delle applicazioni di intelligenza artificiale si bruceranno, nel mondo, 300 milioni di posti di lavoro, con un saldo negativo del 30% sugli occupati attuali. Ma non c’è dubbio che ne nasceranno anche di nuovi: “L’intelligenza artificiale sta creando nuovi lavori e nuove opportunità di carriera – scrive infatti l’autore- e la richiesta di professionisti specializzati, come data scientist, ingegneri dell’AI, esperti di apprendimento automatico, eticisti dell’AI, è in aumento’’. Inoltre, “l’implementazione dell’AI richiede la gestione, il monitoraggio e la manutenzione dei sistemi, aprendo nuove prospettive lavorative’’.
D’altra parte, il mondo va così: il famoso studio dell’Ocse di qualche anno fa, dove si affermava che i bambini nati in questi anni faranno lavori che ancora non esistono, non era una profezia ma una visione chiara della realtà. Un solo esempio, e solo apparentemente micro: chi avrebbe detto, nel 2007, che sarebbe mai esistito il lavoro del Social Media Manager? I social erano ancora un fenomeno marginale, che sarebbe esploso di li a poco solo con il lancio del primo smartphone della Apple, che a sua volta ha portato al boom delle piattaforme come Facebook, Twitter, ecc, e di conseguenza alla nascita di una nuova figura professionale adeguata a questo genere di comunicazione. E dunque, avverte l’autore, anche se “in termini macroeconomici, sicuramente, il saldo non potrà che essere negativo”, ‘’alcune opportunità di lavoro si apriranno, e si stanno già aprendo’’. La questione cruciale sarà probabilmente quella di essere all’altezza, di non farsi scavalcare: in India, per dire, ci sono già 300 milioni di data scientist pronti all’uso, mentre in Italia, in Europa, ancora si tarda a comprendere, si traccheggia, ci si macera nel chiedersi “che fare”.
In ultimo, vale la pena di sottolineare che il volume di Bellucci è stato presentato recentemente a Roma, in una iniziativa pubblica, la prima di una serie, con panel composto da rappresentanti di vari mondi: politica, economia, sindacato, imprese. Dal dibattito sono emersi molti dubbi, ma anche una sia pure prudente apertura alle opportunità che il ‘’nuovo mondo’’ ci propone. Come afferma Bellucci, quel che conta è conoscere e capire: da questo punto di vista il suo libro, riuscendo a semplificare un argomento complesso e restituendolo alla portata di tutti (praticamente un ‘’AI for dummies’’) rappresenta uno strumento indispensabile.
Nunzia Penelope
Titolo: AI: Un Viaggio nel Cuore della Tecnologia del Futuro. Dal Principiante all’Esperto in un Baleno
Autore: Sergio Bellucci
Editore: Erf
Anno di pubblicazione: 2024
Pagine: 209 pp.
ISBN: 979-12-54900-59-8
Prezzo: 18,00€