Un famoso report del World Economic forum, qualche anno fa, sosteneva che i bambini delle elementari avrebbero svolto, da adulti, “lavori che ancora non esistono”. La frase era affascinante e infatti veniva citata spessissimo: risalendo indietro, con Google, se ne ritrovano abbondanti tracce già nel 2016, 2017. Poi arriva gennaio 2025 e il Wef produce un nuovo report, il Future of Jobs Report, centrato sul prossimo decennio: periodo nel quale, secondo le previsioni, le tendenze globali dell’economia richiederanno 170 milioni di nuovi posti di lavoro, con un aumento del 14% rispetto a oggi, mentre altri 92 milioni di ruoli saranno sostituiti. Il risultato, sempre secondo il report, sarà un aumento netto dell’occupazione mondiale pari a 78 milioni di posti di lavoro
Ma la parte più interessante arriva quando il Wef approfondisce ‘’quali’’ lavori saranno maggiormente rappresentati nei prossimi cinque anni, intervistando un migliaio dei maggiori datori di lavoro di tutto il mondo di 22 settori industriali. Combinando le stime delle aziende con i dati sull’occupazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il rapporto elenca le professioni che vedranno la maggiore crescita e il maggior declino. E, sorpresa: viene fuori che in testa alla Top five dei lavori con la crescita più forte in termini reali c’è, incredibile ma vero, il contadino. Al secondo posto: l’autista di consegne, driver o rider. E a seguire: operai edili, commessi di negozi, camerieri. In pratica, guardando ai numeri, nell’occupazione mondiale vince ancora la “manovalanza”.
Il report del Wef spiega che i lavoratori agricoli sono in cima alla lista per esigenze legate alla transizione ambientale e alla crisi climatica, ma anche per l’aumento del costo della vita; dunque, nei prossimi cinque anni, cioè entro il 2030, a livello mondiale la crescita del settore agricolo creerà 34 milioni di nuovi posti di lavoro, che andranno aggiungersi agli attuali 200 milioni già impiegati in agricoltura. In parallelo, tra i maggiori settori crescita anche i lavoratori della trasformazione alimentare, cosi come i lavori di cura – tra cui infermieri e badanti- che dovrebbero crescere in modo significativo nei prossimi cinque anni a causa, spiega il WEF, “delle tendenze demografiche, in particolare dall’invecchiamento delle popolazioni”.
I datori di lavoro, spiega ancora il report, si aspettano che il 39% delle competenze chiave richieste cambierà entro il 2030: una percentuale in calo rispetto al 44% indicato nel 2023. Motivo di questa riduzione? “Una crescente attenzione ai programmi di apprendimento continuo, aggiornamento e riqualificazione ha permesso alle aziende di anticipare e gestire meglio i futuri requisiti di competenze”, afferma il Future of Jobs Report 2025. Le competenze tecnologiche dovrebbero crescere in importanza “più rapidamente di qualsiasi altra competenza nei prossimi cinque anni”. L’IA e i big data sono in cima alla lista, seguiti dalle reti e dalla sicurezza informatica e dall’alfabetizzazione tecnologica. Anche “il pensiero creativo e la resilienza, la flessibilità e l’agilità stanno aumentando di importanza, insieme alla curiosità e all’apprendimento permanente”. A completare le prime 10 competenze in aumento sono “la leadership e l’influenza sociale, la gestione dei talenti, il pensiero analitico e la gestione ambientale”.
E ancora, alcuni posti di lavoro stanno crescendo rapidamente “in termini percentuali”: la domanda di ruoli guidati dai progressi tecnologici come l’intelligenza artificiale (AI) “sta aumentando rapidamente”. Questi lavori includono “specialisti di big data, ingegneri fintech e specialisti di intelligenza artificiale e apprendimento automatico”. Le competenze tecnologiche “dovrebbero crescere in importanza più rapidamente di qualsiasi altra competenza nei prossimi cinque anni. L’IA e i big data sono in cima alla lista, seguiti dalle reti e dalla sicurezza informatica e dall’alfabetizzazione tecnologica”.
Il Future of Jobs Report 2025 rileva che “guidato dallo sviluppo tecnologico, dalla transizione verde, dai cambiamenti economici e demografici, il mercato del lavoro globale si sta rimodellando”. Ma resta che se in testa alla classifica dei lavori più affollati c’è la capacità di usare zappa e trattore, il rischio è che i bambini oggi alle elementari in futuro facciano i lavori dei loro bisnonni. Braccia restituite all’agricoltura e sottratte all’Ai. E chissà se è un bene, o se è un male.
Nunzia Penelope