“Papa Francesco è tornato alla casa del padre”. Così il Vaticano, lunedì 21 aprile, ha dato la notizia della morte del Pontefice. L’annuncio e’ toccato al Cardinale Farrell, con queste parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati”.
Il Papa della pace, il Papa dei migranti, il Papa degli ultimi. Cosi i titoli della stampa internazionale sulla morte di Bergoglio. Una sintesi perfetta del suo modo di essere e di credere. Prova ne e’ che la sua prima visita da pontefice l’aveva fatta a Lampedusa, approdo dei migranti per i quali ha chiesto costantemente accoglienza e pietas, e l’ultima, in questo venerdì santo, a Regina Coeli, il carcere di Roma.
Nel mezzo, in tutti gli anni del suo mandato, Francesco non ha mai smesso di invocare la pace. Primo a denunciare, nel lontano 2015, la ”guerra mondiale a pezzi” che si stava combattendo in troppe parti del mondo. E in seguito, quando quella sorta di profezia era diventata realtà con l’Ucraina, con il 7 ottobre, con Gaza, aveva continuato, incessantemente, a mettere in guardia sui pericoli del riarmo. Lo ha fatto anche nel suo ultimo messaggio, il giorno di Pasqua: “nessuna pace e’ possibile senza un vero disarmo, l’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”. E lo ha fatto nelle poche righe del suo testamento ufficiale, depositato nel giugno del 2022, che si concludeva invocando ancora una volta ”la pace nel mondo e la fratellanza fra i popoli”.
I funerali di papa Bergoglio saranno celebrati sabato 26 aprile, in piazza San Pietro. Ma anche in questo caso e’ Francesco a dire la sua col testamento, nel quale raccomanda un rito semplice, senza la fastosa coreografia che accompagna le esequie dei pontefici. E tuttavia, saranno esequie ugualmente solenni, alle quali parteciperanno praticamente tutti i capi di stato e di governo del mondo, a partire dal presidente Usa Donald Trump, col quale i rapporti sono stati tutt’altro che idilliaci. Il governo italiano, da parte sua, ha decretato ben cinque giorni di lutto nazionale.
Redazione