Un patto sociale per riconquistare la fiducia dei mercati. E’ questo l’obiettivo dell’accordo firmato oggi a Madrid, a Palazzo della Moncloa, tra il premier Josè Luis Zapatero accompagnato dal ministro del Lavoro, Valeriano Gómez, i leader dei due grandi sindacati del paese Ugt e Ccoo, Candido Mendez e Ignacio Fernandez Toxo, ed il presidente della Confindustria spagnola (la Ceoe), Juan Rosell.
L’intesa ruota attorno alla riforma pensionistica che fra l’altro innalza l’età del pensionamento a 67 anni entro il 2027.
Per il numero uno della Ugt, l’accordo difende “gli interessi della classe operaia del paese, è un rimedio efficace contro la crisi e mira a creare posti di lavoro”.
Dello stesso avviso il segretario generale della Ccoo, per il quale la Spagna ha “la forza e la capacità di superare la crisi, e può farlo con il consenso e senza scontri”.
“E’ un buon affare per la società”, ha commentato il ministro Gómez, che ha concentrato la maggior parte del suo discorso a lodare il ruolo dei sindacati. A suo avviso, “le critiche che sono state fatte da più parti contro il ruolo delle parti sociali” sono state respinte, dato che l’accordo dimostra il ruolo dei sindacati di “impegno, lealtà e più responsabilità nel corso di un intenso processo di negoziazione”.
L’accordo apre la strada a nuove trattative per una “politica attiva dell’occupazione” e verso una riforma del mercato del lavoro, e definisce le linee direttrici delle politiche energetica e industriale del paese per i prossimi anni.