Ieri, a Genova, 24 ore di sciopero allo stabilimento della ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. L’iniziativa di lotta è stata assunta dalla Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) “in continuità” con lo sciopero che, giovedì 28 settembre, ha bloccato il centro siderurgico di Taranto, il principale stabilimento del gruppo AdI.
Come racconta l’Agenzia Dire, a partire dalle 7 del mattino di ieri lavoratrici e lavoratori hanno dato vita a un’assemblea davanti ai cancelli dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano, sito nella parte della città posta a Ponente del centro storico. Dopo le 8 e mezzo, un corteo si è mosso prendendo la direzione della rotonda di Cornigliano e sfilando per la via intitolata a Guido Rossa, il delegato Fiom ucciso dai terroristi delle Brigate Rosse nel gennaio del 1979.
Il corteo, aperto da una ruspa e da un carrellone, si è poi snodato fino a Sampierdarena, e ha fatto quindi ritorno a Cornigliano. “Basta cassa”: questa la scritta che campeggiava su uno degli striscioni sorretti dai manifestanti.
“Le iniziative delle lavoratrici e dei lavoratori – afferma un comunicato congiunto emesso nel pomeriggio dai sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil – non si fermeranno fino a quando non ci saranno risposte concrete da parte del Governo e dell’Azienda su temi irrisolti da anni sia a livello dei singoli siti, che a livello di Gruppo.”
“Servono investimenti sulla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, sulla produzione e il rilancio degli impianti, sull’occupazione”, prosegue la nota unitaria. “Alle nostre richieste – spiegano ancora i sindacati – non c’è stata nessuna risposta da parte del Governo durante l’incontro del 27 settembre a Palazzo Chigi.”
Il comunicato si conclude quindi affermando che “Governo e ArcelorMittal devono assumersi le proprie responsabilità. E’ inaccettabile l’assenza di programmazione delle risorse pubbliche e private necessarie a rilanciare la produzione di acciaio nel nostro Paese”.
Sempre ieri, l’Amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, ha partecipato a Taranto a un evento promosso dal Politecnico di Bari. A margine del quale si è intrattenuta con i cronisti presenti cui ha dichiarato, fra l’altro, come riportato dal Corriere di Taranto, che “per l’accordo con il Governo stanno lavorando gli azionisti”; aggiungendo che, a quanto le sembra, “ci sono tutte le buone intenzioni per farlo”. Il che, con un linguaggio piuttosto diplomatico, dovrebbe forse voler dire che, secondo la stessa Morselli, ArcelorMittal sta lavorando, insieme a Invitalia, per definire col Governo Italiano – proprietario, attraverso il Mef, della stessa Invitalia – un qualche nuovo equilibrio, tra parte pubblica e parte privata, all’interno di Acciaierie d’Italia.
Dopodiché, sempre secondo il quotidiano tarantino, Morselli ha aggiunto: “Vorrei ricordare che ancora oggi Ilva è percepita come valore essenziale per l’Italia. Ci sono soluzioni, ma bisogna lavorarci a lungo. Non ci sono vie brevi, ma si potrà trovare un nuovo assetto per un nuovo ciclo”. E da queste parole si può ricavare l’impressione che, anche ieri, l’Amministratore delegato di Acciaierie d’Italia abbia voluto diffondere un suo moderato ottimismo attorno alle complesse vicende che coinvolgono, in questa fase della sua storia, la ex Ilva.
Tale atteggiamento non è però risultato per nulla convincente per i sindacati dei metalmeccanici. Infatti, nelle ultime righe del comunicato unitario sopra richiamato, si può leggere che oggi, 3 ottobre, “i Segretari generali di Fim-Fiom-Uilm si incontreranno per definire il coordinamento nazionale unitario” dei delegati di Acciaierie d’Italia. Tale organismo sarà dunque chiamato a riunirsi per “decidere come proseguire le iniziative di mobilitazione”. “Non possiamo più attendere”, conclude il comunicato.
@Fernando_Liuzzi