Susanna Camusso, segretario confederale della Cgil, ha espresso su Rassegna Sindacale qualche perplessità sul contratto dei chimici. Alberto Morselli, lei che è il segretario dei chimici della Cgil e quel contratto l’ha firmato, cosa ne pensa? Sono dubbi fondati?
Il nostro è un contratto unitario, frutto di una negoziazione. Ha prodotto miglioramenti delle relazioni industriali, ha esteso il secondo livello di contrattazione, ha risolto con una mediazione politica le distanze tra le federazioni. L’alternativa era quella di non avere un contratto unitario e poi trovarsi di fronte al problema di rientrare.
Venite criticati per un eccesso di sicurezza. Cosa rispondete?
Abbiamo scommesso con la controparte di far evolvere il nostro sistema di relazioni industriali, rafforzandolo e aumentandone la responsabilità sociale. E’ un risultato a cui siamo giunti dopo anni di confronti. Abbiamo previsto anche la possibilità che le rappresentanze aziendali cerchino loro momenti di contrattazione in piena autonomia. Ad esempio l’osservatorio aziendale, frutto di una valutazione comune, con obiettivi da raggiungere condividendo le strategie. Farlo a livello di osservatorio e non a livello negoziale vuol dire valorizzare la partecipazione e migliorare il sistema di relazioni industriali. Ovviamente i rappresentanti dei lavoratori devono avere idee convincenti da proporre.
Ha parlato di estensione del secondo livello di contrattazione. Quali risultati avete raggiunto con l’accordo?
Estendere il secondo livello era un obiettivo della Cgil e noi con il nostro contratto lo abbiamo raggiunto. Prima dell’accordo si contrattava il secondo livello in imprese con un numero di dipendenti pari ad almeno 100, ora siamo scesi a 70. Inoltre per le piccole aziende con numero di dipendenti inferiore a 70 abbiamo dato dei riferimenti per fare ugualmente la contrattazione di secondo livello.
Il vostro esempio può servire per altre categorie?
Ogni categoria ha la sua storia. Abbiamo detto no al modello separato perché toglie autonomia alle categorie. Ogni contratto che trova ragioni per una sintesi unitaria, porta un contributo al sistema. Facendo i contratti è possibile trovare un nuovo modello contrattuale, rinunciando al loro rinnovo non si ottiene nulla. Non deve essere una gara tra le categorie, altrimenti viene meno la solidarietà. Il nuovo modello contrattuale propone una centralizzazione, perché c’è l’applicazione di un meccanismo, quello dell’Ipca, e non c’è contrattazione. Il nostro contratto invece è una ricerca concordata dalle parti. Non si risponde a una centralizzazione con un’opposta centralizzazione.
L’eliminazione degli scatti di anzianità ha consentito di chiudere la partita salariale. Però non era stata decisa con i lavoratori.
Sono in corso le assemblee dei lavoratori per l’approvazione del contratto. La scelta degli scatti è stata una soluzione politica. Tutte e tre le federazioni hanno giudicato insufficiente la proposta fatta dalla controparte di aumenti salariali pari a 102 euro per il triennio. Abbiamo lavorato per trovare una soluzione e quella degli scatti ci è sembrata un buon compromesso. Infatti sia che si calcoli la differenza del valore degli scatti sul valore complessivo dell’aumento, sia che si calcoli sui minimi, si otterrà comunque un valore superiore a quello calcolato con l’indice Ipca. Inoltre la soluzione risulta vantaggiosa sia perché il 55% dei lavoratori ha più di 12 anni di anzianità, quindi non ha più diritto a nuovi scatti, sia perché include i lavoratori interinali, che non hanno gli scatti.
Critiche sono arrivate soprattutto sul fronte normativo. Temi caldi sono l’impegno dell’ente bilaterale per il sostegno al reddito dei lavoratori e la proposta su conciliazione e arbitrato.
Su l’ente bilaterale c’è un errore, noi non ne abbiamo fatti. Abbiamo previsto che le parti aziendali possano costituire un fondo volontario a livello aziendale per l’integrazione al reddito dei lavoratori. In merito alla proposta su conciliazione e arbitrato l’importanza sta nel provare a lavorare per trovare forme che abbiano l’obiettivo di estendere la contrattazione di secondo livello. L’obiettivo giustifica il ricorso a questa formula, ed è il merito a fare la differenza.
Il nuovo sistema di contrattazione deve essere costruito sulla partecipazione o sulla condizione di lavoro?
È indubbio che la partecipazione serve a migliorare le condizioni del lavoro.
Nel sindacato c’è chi preferisce imboccare la strada conflittuale, con scioperi, ricorrendo a strumenti giudiziari. Lei cosa ne pensa?
Se il biennio rosso del ’21 ci ha insegnato qualcosa è che i cambiamenti delle condizioni dei lavoratori li fanno gli operai con le loro battaglie e non gli avvocati.
Francesca Romana Nesci