“Le difficoltà del gruppo Telecom sono note a tutti’. Lo dichiara Emilio Miceli, segretario generale della Slc Cgil, osservando che ‘la debolezza dell’assetto proprietario e il peso condizionante della politica hanno prodotto la marginalizzazione crescente di un gruppo che è stato costretto a pagare debiti che non aveva contratto e a conoscere una crisi strutturale che non aveva generato. “Il capitalismo italiano – prosegue – ha dimostrato il suo fallimento portandola ai margini del sistema delle tlc, europeo e globale”. “Siamo di nuovo ad un punto cruciale ed è necessario che il tema del riassetto proprietario, necessario, non sia una ulteriore tappa del ridimensionamento di Telecom Italia – prosegue il sindacalista. E’ doveroso, in questo momento, chiedere agli azionisti italiani di Telecom di difendere insieme gli interessi più generali del paese e quelli del gruppo”. Miceli chiede al Governo di “esprimere una posizione chiara in grado di sostenere lo sviluppo e la modernizzazione del paese’. Serve a suo avviso una “regolazione severa dell’accesso alla rete’. “L’Italia ha bisogno di garanzie certe e non di pasticci – conclude Miceli. Non esiste in Europa e nel mondo un operatore di riferimento che non disponga della rete e l’Italia non ha bisogno di soluzioni ancora una volta tristemente originali. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro e le prospettive di tanta parte dell’economia. Evitiamo di aggiungere danni al danno già commesso”. (FRN)
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