L’industria metalmeccanica resta in profonda crisi, ma si comincia a vedere la fine del tunnel. L’ultima indagine congiunturale della Federmeccanica ha rilevato nel quarto trimestre del 2009 una leggera ripresa della produzione, ancora molto esigua, non tale da cambiare il segno dei giudizi espressi dalle aziende, ma comunque capace di indicare che la fine della fase recessiva più dura è ormai una realtà.
Il bilancio del 2009 resta comunque fortemente negativo. La produzione industriale del settore metalmeccanico è calata nel corso dell’anno del 27%, le esportazioni sono scese del 23,8%, quelle verso i paesi dell’Unione del 28,9%. Complessivamente le esportazioni nel 2009 hanno accusato perdite per 45 miliardi di euro, una cifra molto forte, che sarà complesso recuperare. Anche l’occupazione ha naturalmente risentito di queste difficoltà. Le grandi aziende hanno fatto registrare un calo del 3,7%, dato contenuto grazie al forte ricorso alla cassa integrazione e alla volontà manifesta delle aziende di non disperdere per quanto possibile il patrimonio umano, indispensabile nel momento della ripresa.
Le previsioni non sono particolarmente brillanti. Soprattutto perché se ripresa sarà, non sarà certamente massiccia, come del resto accadrà in tutta Europa. E del resto, lo ha rilevato il vicepresidente di Federmeccanica Luciano Miotto, nell’ultimo anno gli impianti sono stati utilizzati solo per il 66-67% a fronte di un 80% del 2008: ciò significa che esiste una forte capacità produttiva inutilizzata che sconsiglia dall’effettuare investimenti.
E’ sempre Miotto a sottolineare che anche l’occupazione per questi stessi motivi continuerà a scendere, almeno nella prima metà dell’anno, per poi risalire, ma lentamente, nella seconda metà. Ma a fine anno, ha detto, noi speriamo di poter avere un dato occupazionale generale superiore a quello di fine 2009.
Le difficoltà produttive e occupazionali hanno fatto passare in secondo piano i problemi più strettamente sindacali, nonostante la mancata firma da parte della Fiom dell’accordo per il rinnovo contrattuale crei certamente un clima di difficoltà potenziali. In realtà, ha rilevato il direttore generale di Federmeccanica Roberto Santarelli, le azioni minacciate dalla Fiom hanno avuto scarsi risultati. Gli scioperi sono stati pochi e con scarsi risultati, la conflittualità tra le federazioni ha prodotto la disdetta del patto di solidarietà, ma non ha avuto ripercussioni, e nemmeno i minacciati ricorsi legali verso le aziende hanno avuto riscontri effettivi. “Siamo sereni, ha rilevato Santarelli, a nostro avviso non esistono i presupposti per azioni contro le aziende, la Fiom finora ha messo in campo azioni di carattere più mediatico che sostanziale”. La speranza della Federmeccanica è che questa situazione evolva positivamente. “La Fiom, ha detto Santarelli, è un grande sindacato, per noi importante, auspichiamo di esser capaci tutti di ritrovare un cammino comune, siamo fiduciosi che, specie quando termineranno le fasi congressuali che impegnano la Uil e soprattutto la Cgil, riprenderemo un discorso di convergenze”.