Un altro importante risultato unitario sul fronte contrattuale. E’ stato rinnovato il contratto dell’occhialeria. Si era partiti da tre diverse piattaforme, ma alla fine ha prevalso la sintesi unitaria. Valeria Fedeli, segretario generale della Filtea, ritiene che questo contratto sia molto importante per le innovazioni che introduce.
Fedeli avete raggiunto un buon accordo?
Sì, è un ottimo accordo per il suo potere effettivo d’innovazione. Abbiamo firmato un contratto che interviene sulla crisi, guardando al dopo crisi. La novità, infatti, sta nella scelta di investire sulle persone. Questo il contratto lo fa in diversi modi, con la riforma del sistema dell’inquadramento, ma anche con importanti elementi innovativi relativi al welfare, all’occupazione femminile, all’apprendistato professionalizzante. Poi c’è anche il salario.
Quali le novità normative?
Innanzitutto si è realizzata la riforma dell’inquadramento professionale. E’ un’innovazione molto importante, a fronte dei diversi processi di esternalizzazione e globalizzazione che sta vivendo il settore. Anche perché la controparte si è messa in discussione su un punto che ha sempre preferito gestire unilateralmente, anziché negoziarlo, soprattutto in momenti di crisi come quello attuale. La riforma dell’inquadramento sarà legata alla formazione che avrà il compito di valorizzare il lavoro, garantendo crescita professionale ed economica, per avere una produzione di sempre maggiore qualità.
E la contrattazione di secondo livello?
Siamo riusciti effettivamente a estenderla. Già il vecchio contratto del 2008 conteneva la soluzione, originale rispetto ai contratti delle altre categorie, di estendere l’elemento perequativo a tutti i lavoratori non coperti da contrattazione di secondo livello. Questo nuovo contratto prevede, in aziende prive di contrattazione di secondo livello con contenuti economici, l’erogazione di una cifra di 200 euro lordi annui. L’istituto dell’elemento perequativo verrà determinato da una commissione paritetica che deciderà tenendo conto della media dei premi di risultato corrisposti dalle aziende del settore che occupino fino a 250 dipendenti. Comunque gli importi non potranno essere inferiori a 240 euro per il 2011 e 290 per il 2012.
Ma questo importo verrà corrisposto solo a fine anno.
Abbiamo deciso di darlo a fine anno per aiutare la contrattazione di secondo livello e non sostituirla. C’è anche un’altra importante novità. Se la media dei premi contrattati nelle aziende è più alta della cifra stabilita nel contratto nazionale, la commissione potrà decidere di alzare la cifra dell’elemento perequativo. Anche questo invoglia a fare contrattazione.
Ancora siamo gli unici ad aver stabilito il principio della contrattazione di secondo livello per una pluralità di aziende, con caratteristica non territoriale, ma che può diventare di filiera puntando sulla sinergia tra le piccole aziende così da spingerle a fare sistema.
Quali sono gli altri punti fondamentali del contratto?
Altra grande novità del contratto è quello di dare una risposta qualificante all’occupazione femminile che costituisce la maggioranza dei dipendenti del settore. Viene infatti costituita una commissione che avrà il compito, nell’ambito del nuovo sistema classificatorio, di rimuovere gli ostacoli e le discriminazioni che impediscono la valorizzazione del personale femminile, sostenendone il lavoro professionale anche attraverso percorsi formativi.
Inoltre sono state migliorate le condizioni per l’apprendistato professionalizzante.
Qual è stato il rapporto con le imprese durante la trattativa?
Le imprese hanno mostrato una grande serietà, in continuità con il comportamento tenuto anche nel corso del rinnovo precedente. Non hanno addotto la scusa formale del recente rinnovo o la situazione di crisi che sta attraversando il settore, ma hanno puntato insieme ai sindacati alla qualità che ha sempre caratterizzato questo settore. Con le imprese abbiamo avuto un dialogo serrato che ci ha permesso di raggiungere risultati condivisi rispetto alle richieste da rivolgere al Governo.
Avete raggiunto un contratto unitario anche sul salario.
Siamo partiti da piattaforme separate dove le richieste della Filtea e della Uilta si equivalevano. Abbiamo fatto una mediazione con la Femca e alla fine abbiamo ottenuto un valore superiore all’Ipca, infatti le varie voci che hanno incidenza sul salario portano a un risultato a regime di 119 euro al terzo livello.
Ma non erano 105 euro?
Ai 105 euro dei minimi si aggiungono 14 euro, di cui 4 già accantonati e non spesi della riforma dell’inquadramento del contratto precedente. Se poi a questa cifra di 119 euro aggiungiamo il finanziamento a carico delle imprese di 3 euro per il welfare e 1 euro mensile per dipendente a tempo indeterminato per la creazione dell’ente bilaterale, arriviamo a 123 euro.
Francesca Romana Nesci