“La crisi che ha colpito il settore degli elettrodomestici ha ragioni strutturali precedenti al crollo finanziario dello scorso anno e richiederebbe, quindi, un tavolo specifico per essere affrontata in modo compiuto”. Lo afferma il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, sottolineando che “nelle sole vertenze nazionali, vale a dire in quelle di maggiori dimensioni, sono oggi a repentaglio almeno 5.000 posti di lavoro”. Palombella ricorda poi l’impegno della Uilm affinché nessuna fabbrica chiudesse: “Questo obiettivo – dice – è stato raggiunto favorendo recuperi di competitività e gestioni socialmente responsabili degli esuberi, come a Porcia e a Susegana; promuovendo operazioni di reindustrializzazione, come a Scandicci; difendendo l’esistenza delle fabbriche a costo di importanti sacrifici, come a None; interessando le istituzioni politiche al salvataggio di realtà imprenditorialmente compromesse, come è il caso dell’Antonio Merloni. “Se non si affronteranno i motivi profondi della crisi, continua, il nostro paese rischierà di perdere il proprio patrimonio produttivo ed occupazionale in quello che è il secondo settore industriale italiano, punto forte del nostro export”. Secondo il sindacalista per rilanciare il settore degli elettrodomestici non bastano gli incentivi, ma occorre un confronto tra governo e parti sociali. (FRN)