La Fiom chiude il suo 25° congresso nazionale con due documenti separati. Uno della maggioranza che fa capo al segretario Gianni Rinaldini e uno presentato da Fausto Durante, capofila della minoranza epifaniana interna alla Fiom. Temi caldi al centro del dibattito tra i due schieramenti sono stati il modello contrattuale e la necessità della Cgil di ritrovare con Cisl e Uil una posizione unitaria sulla contrattazione dopo l’accordo separato.
“Non si può aspettare la verifica del 2013 sul modello contrattuale, bisogna agire subito per riconquistare il contratto nazionale”. Lo ha detto il segretario nazionale della Fiom, Maurizio Landini, osservando che “la contrattazione o è una mediazione di interessi, o non lo è. Oggi rischia di essere solo un’adesione alle posizioni degli altri”. Landini si è chiesto poi in che modo sia possibile “ricostruire l’unità sindacale senza la democrazia”. “Perché l’unità, dice, è un dritto delle lavoratrici e dei lavoratori, non di Cgil, Cisl e Uil. Da qui l’iniziativa di legge popolare sulla democrazia e sulla rappresentanza”.
Guardando poi alla Fiom ha detto: “Giudico un elemento di responsabilità trovare una posizione unitaria sulla contrattazione, con l’obiettivo che porti un contributo alla discussione in Cgil. Giudico un errore la scelta fatta dalla Confederazione di disarticolare l’accordo separato sul modello contrattuale a livello di categoria. Mentre la Cgil avrebbe dovuto chiedere la sospensione dell’intesa, il blocco dei licenziamenti e un accordo di transizione. Altrimenti facciamo il ‘Sindacato delle Libertà’ che alla fine rischierà di mettere in dubbio la nostra natura confederale.”
“La Fiom – ha ricordato Landini – è fatta di persone che hanno dimostrato di non aver paura di fare scelte difficili, abbiamo fiducia nei lavoratori e nelle lavoratrici, nelle nostre convinzioni e nella possibilità di poter cambiare la situazione attuale. Sappiamo che dovremo fare, e abbiamo fatto, scelte coraggiose e pericolose per il gruppo dirigente, ma che riteniamo giuste. Oggi è a rischio la democrazia nel Paese e nei posti di lavoro. Dobbiamo agire subito perché, per questa partita, non c’è il secondo tempo.”
“Il nostro no all’accordo separato sul Contratto non è un atto isolato, ma fa parte dell’iniziativa Cgil contro il sistema contrattuale del 22 gennaio 2009”. Così ha risposto il segretario nazionale, Fausto Durante, nel corso del congresso. Il sindacalista ha innanzitutto ricordato che circa un quarto dei lavoratori iscritti alla Fiom ha votato per la mozione Epifani. A suo giudizio, quindi, “il non riconoscimento di questo dato di realtà sin dall’avvio del congresso, ovvero fin dalla sua relazione introduttiva” è stata “una mancanza”. Durante ha sottolineato la scelta giusta fatta dalla Fiom di “respingere i ricatti della Federmeccanica e, soprattutto, della Confindustria di Bombassei, e quindi di non accettare l’accordo che volevano imporci nell’autunno scorso”. A suo avviso però il “no” della Fiom non costituisce un atto isolato, “ma un atto che fa parte dell’insieme dell’iniziativa impostata dalla Cgil per smontare gli accordi separati sul sistema contrattuale del 22 gennaio e del 15 aprile 2009. “Credo che la Fiom abbia fatto una scelta giusta, ha ribadito, ma non credo che altri sindacati di categoria della Cgil abbiano sbagliato a firmare contratti significativamente diversi da quello che noi abbiamo respinto.”
“Quel che è certo è che l’obiettivo su cui tutti siamo d’accordo, e che ci poniamo tutti con lo stesso impegno, è quello di riconquistare un nuovo modello contrattuale che consenta di ridefinire le regole di cui abbiamo bisogno e di agire per migliorare le condizioni dei lavoratori. Trovo invece ingeneroso descrivere la Cgil come un soggetto che si appresta a rientrare in maniera furbesca nel sistema contrattuale che fin qui ha combattuto. Infatti, lo ha combattuto proprio perché non lo condivide”.
Durante ha infine concluso: “Non dobbiamo trasformare il Congresso in un’autocelebrazione identitaria che rischi di condannarci ad una condizione di marginalità. Il coraggio è importante, decisivo, ma non basta. Dobbiamo coniugare il coraggio di Achille, combattente vigoroso ma vulnerabile a causa del suo famoso tallone, con l’astuzia di Ulisse che conquistò una città fortificata introducendo al suo interno un cavallo di legno.”
“Non vi è antitesi tra conflitto e democrazia da una parte e contrattazione dall’altra”, ha detto il segretario generale Rinaldini concludendo il congresso della federazione.
Il leader della Fiom ha ringraziato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, per il suo intervento di ieri che “ha chiarito quali sono le differenze tra le due mozioni su cui si è articolato questo congresso”. “Adesso Epifani riconosce che ci sono posizioni diverse sulla contrattazione, il che in un sindacato non è una piccola cosa”. Rinaldini poi ha dichiarato di non voler entrare nel merito dei contratti fatti dalle categorie, ma ha ricordato che “nelle altre categorie non c’è stato il referendum sugli accordi”. La critica che il segretario generale della Fiom rivendica alla Cgil e a Epifani è di non aver dispiegato sul sistema contrattuale, dopo l’accordo separato del 22 gennaio, un livello di mobilitazione adeguato. A suo giudizio infatti per “respingere il disegno del governo e della Confindustria che ci attaccheranno rispetto allo Statuto dei diritti dei lavoratori, sarà necessario un livello di mobilitazione particolarmente alto”. (FRN)