La Grecia è paralizzata oggi da uno sciopero generale contro le misure di austerità, che debbono essere votate domani dal parlamento, e per chiedere che i responsabili della crisi siano puniti.
Dopo le manifestazioni e l’astensione dal lavoro proclamata ieri dal sindacato dei dipendenti pubblici Adedy e da quello comunista Pame, la protesta si trasforma oggi in sciopero generale con la discesa in campo della confederazione del settore privato, Gsee.
Il piano concordato con Ue-Fmi in cambio di 110 miliardi di euro in tre anni, prevede nello stesso periodo una riduzione della spesa per 30 miliardi grazie al congelamento dell’impiego e a tagli su salari e pensioni per i dipendenti pubblici, riforma fiscale con aumento dell’Iva e delle imposte su carburanti, alcolici, sigarette e beni di lusso. Nonchè in virtù della riduzione delle indennità di licenziamento e degli straordinari ed estensione della possibilità di licenziare nel settore privato. (LF)