“A correzione di quanto erroneamente affermato in questi giorni le organizzazioni sindacali Fai-Flai-Uila non hanno firmato alcun accordo con la Unilever sulla cessione dello stabilimento di Cisterna di Latina e del marchio Findus semplicemente perché nulla c’era da firmare”. È quanto ha dichiarato il segretario nazionale della Uila, Giampiero Sambucini facendo seguito ad alcune dichiarazioni apparse sulla stampa di oggi.
Nella giornata di ieri presso l’Unione industriali di Roma si è semplicemente conclusa la procedura di esame congiunto prevista dalla legge 428 del 1990, ha precisato Sambucini “e, in quella sede, sindacato e impresa hanno affidato all’Unione industriali il compito di certificare l’avvenuto esperimento di tale procedura”.
“Nel merito” ha proseguito Sambucini “la Uila ha fortemente insistito ed insisterà in ogni sede e con ogni mezzo perché nel momento in cui il marchio e lo stabilimento saranno ceduti ad un acquirente davvero terzo rispetto a Unilever (al momento la società che rileva l’una e l’altro è interamente posseduta da Unilever) il sindacato sia messo in condizioni di confrontarsi con l’acquirente finale il quale soltanto può e deve dare le garanzie occupazionali commerciali e industriali indispensabili a garantire lo sviluppo futuro dello stabilimento”.
Così la Uila nel corso della procedura di esame congiunto per garantire la continuità del posto di lavoro e lo sviluppo produttivo di un’attività che dà lavoro a più di 650 persone.