La manovra finanziaria varata dal governo “è quantitativamente impegnativa, necessariamente impegnativa. Ma più contenuta di quelle che dovranno operare altri grandi paesi europei”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in un passaggio della sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione che si è tenuta questa mattina all’auditorium della Conciliazione a Roma.
Per Sangalli va ridotta l’elevata pressione fiscale sui cittadini per sostenere “crescita e occupazione” e va “strettamente controllata, ristrutturata, riqualificata e anche ridotta” la spesa pubblica. “Peraltro – aggiunge – ritroviamo questi principi necessari nell’impostazione generale della manovra. Sono principi necessari nel tempo dell’emergenza”.
Il presidente di Confcommercio ritiene quindi “fondamentale” una riforma strutturale del fisco, “che incrociandosi con la costruzione del federalismo fiscale, va fatta per ridurre le tasse: le tasse che gravano sulle imprese, le tasse che gravano, con un cuneo fiscale e contributivo del 46,5%, sul lavoro”. La priorità, a suo avviso, è “far avanzare il cantiere delle riforme, per crescere di più e dunque anche per rendere sostenibile e più agevolmente riducibile quel debito pubblico che costa al Paese circa 5 punti di Pil”. Ma anche riforme “per crescere meglio, e cioè con maggiore coesione sociale e territoriale. Riforme per costruire un federalismo, istituzionale e fiscale, responsabile, cioè necessariamente pro-competitivo e giustamente solidale”.
“E’ tempo ora di fare scelte coraggiose”, ha detto, ribadendo che per “tornare a crescere e recuperare competitività bisogna puntare sull’economia dei servizi, cioè un sistema di regole, strumenti e ragionevoli risorse che supporti i processi di rafforzamento della produttività, perché manifattura ed export da soli non bastano a garantire la ripresa”.
Secondo il leader di Confcommercio, “mettere in campo questa politica era già necessario ieri. Oggi è un’emergenza. Perché, tra l’altro, sarà proprio il settore dei servizi a dover assicurare nel futuro il riassorbimento della disoccupazione e la costruzione di nuova occupazione, fondamentale per fare dell’Italia una società più attiva”.
La confederazione ha presentato in particolare sette punti di proposte. “Il primo – ha detto Sangalli – è che non occorre meno concorrenza. La concorrenza fa bene alla produttività e ai consumatori. Ma la concorrenza deve essere sempre a parità di regole e meno sbilanciata”. Il secondo punto è un piano straordinario per l’innovazione del sistema dei servizi. Terzo punto, il commercio e le città: “L’identità e la vivibilità delle nostre città merita di essere non solo tutelata, ma anche promossa: con un miglior raccordo delle competenze in materia di concorrenza e di commercio; con l’integrazione tra urbanistica e urbanistica commerciale; con la riforma delle locazioni commerciali e con crediti d’imposta per la ristrutturazione edilizia della rete commerciale; con la costruzione di distretti urbani e diffusi del commercio, che agiscano come tessuto connettivo del pluralismo distributivo”. Quarto punto: “Si rilanci l’impegno per raddoppiare, nell’arco dei prossimi anni, il contributo del turismo alla formazione del Pil del Paese, attestandolo così intorno al 20% del totale”. Quinto punto, un piano e un patto nazionale per la mobilità urbana per ridurre il costo della congestione, valutato in circa 9 miliardi di euro all’anno. Sesto punto, un progetto strategico italiano per la promozione congiunta dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e della cogenerazione. (FRN)